Lavrov definisce "terrorismo mediatico" la disinformazione occidentale
A margine della conferenza stampa con ilMinistro degli esteri italiano, Luigi Di Maio, il capo della diplomazia russa, Sergey Lavrov torna su un aspetto cruciale della crisi sull'Ucraina: la propaganda occidentale. Da sempre avanguardia per tutte le aggressioni della NATO, dalla ex Jugoslavia all'Iraq, fino a Libia e Siria.
"Sul fatto che abbiamo il senso della vergogna o meno, i nostri colleghi che iniziano la diffusione di calunnie, disinformazione, e praticano terrorismo mediatico, adesso non mi viene in mente nessuna altra parola, non credo che qualche volta si pentiranno di ciò, però bisogna metterlo in luce e questo avviene tutti i giorni, anche se a loro scivola tutto."
Lavrov ha aggiunto che "In un momento, è il 15 febbraio, in un altro il 16, adesso è il 20, e Liz Truss dice 'questo può succedere in ogni momento' da sembrare scorretto nelle mie previsioni sullo sviluppo di questi eventi."
Il ministro russo precisa: "mi risulta molto difficile caratterizzare queste azioni che considero inaccettabile per qualsiasi politico e qualsiasi diplomatico. Sono tentativi con mezzi inadeguati e se non possiamo definire escalation quello che stanno facendo loro, non so come definirla..."
Lavrov ha poi ricordato che le truppe russe "si sono schierate in tutta calma nel loro territorio. Hanno fatto esercitazioni, tolto le tende, sono salite sui vagoni e sono tornate alle loro caserme.", ma lamenta che "l'isteria continua. ecco dove sta l'escalation".
Il capo della diplomazia russa ha concluso: "Proprio con queste azioni, nel costante bombardamento con minacce e spaventi ."