Nelson Mandela e il ruolo dei medici cubani nel mondo

Nelson Mandela e il ruolo dei medici cubani nel mondo

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di Roberto Cursi

Anche se da tempo è iniziata una campagna diffamante nei confronti delle missioni internazionali che il personale medico cubano svolge, loro continuano a impegnarsi con professionalità e dedizione nei posti più disagiati al mondo. Ne è l'ennesimo esempio l'assistenza che in questi giorni stanno dando alle centinaia di feriti del disastroso terremoto che ha colpito uno dei Paesi più poveri del pianeta, Haiti. La 'Redazione dell'AntiDiplomatico' ha pubblicato un articolo sul tema.[1]

Non tutti sanno che Fidel Castro iniziò a mettere in opera la solidarietà internazionalista subito dopo il trionfo della Rivoluzione.
Fu nel 1963 in Algeria, solo 10 mesi dopo che proclamarono l'indipendenza dalla Francia. In quel Paese inviò 56 professionisti del servizio sanitario cubano dopo che quelli francesi avevano lasciato l'Algeria.

Cuba continuò la sua solidarietà in vari Paesi del Terzo Mondo inviando insegnanti per le famose 'campagne di alfabetizzazione', dove migliaia di bambini e adulti, grazie a loro, impararono a leggere e scrivere.

Solidarietà concreta la manifestò anche nei confronti di Paesi oppressi da dittature, dando un fondamentale supporto militare ai movimenti di liberazione nazionale. Per questo motivo Nelson Mandela non ha mai smesso di ringraziare Fidel Castro per il determinante contributo nella sconfitta del Sudafrica razzista, con cui ha spianato la strada alla liberazione di altri popoli nella regione. 

Non erano passati nemmeno due mesi dalla sua scarcerazione che Mandela ringraziò il popolo cubano e il “compagno Fidel Castro” con queste parole:

«Sapevamo di avere amici in varie parti del mondo, ma quello che è stato il più convincente, e la cui voce era forte e chiara, è stato il compagno Fidel Castro.
Non abbiamo mai dubitato che in lui, e in Cuba, avevamo un amico nel quale potevamo contare.
Noi abbiamo beneficiato molto dall'insegnamento della 'Rivoluzione Cubana' e da quello che Cuba sta facendo nel nostro Continente.
Se Cuba non avesse preso la decisione di sfidare il Sudafrica, quest'ultimo starebbe ancora occupando una parte dell'Angola.
Noi stiamo in debito con Cuba, e per questo desideriamo ringraziare il compagno Fidel Castro e il popolo cubano per l'aiuto che ci hanno offerto».

Un altro esempio significativo di solidarietà è il progetto che Fidel Castro ha fortemente voluto insieme al Venezuela del Presidente Chavez, creato nel 2004 e tuttora in vita, 'Misión Milagro'.

Una grande operazione internazionale creata per aiutare milioni di persone tra le più povere al mondo - ripeto, milioni e non centinaia – che se fosse stata fatta da qualsiasi altro Paese se ne sarebbe parlato su tutti i media internazionali.

In 'Misión Milagro' centinaia di medici altamente specializzati in oftalmologia sono andati in decine di paesi del terzo mondo (oggi soprattutto in America Latina) eseguendo interventi gratuiti a una moltitudine di persone che mai avrebbero potuto economicamente permetterselo.

Ad oggi ne hanno beneficiato 6 milioni di persone senza che spendessero un centesimo, la maggior parte abitanti dei più reconditi villaggi del Terzo Mondo.

Tra le molte cose realizzate da Fidel Castro c'è il progetto creato per i bambini sovietici contaminati dalle radiazioni dopo la catastrofe nucleare di Chernobyl. È stata una bellissima storia di solidarietà umana.
Anche in questo caso sconosciuta ai più per il pochissimo spazio dato dai media (nelle note ho messo un bell'articolo su questo argomento).[2]

A marzo del 1990 atterrarono a Cuba i primi due aeri con i bambini accompagnati da un loro genitore che gli sarebbe rimasto accanto. L'Unione Sovietica pensava solo al viaggio mentre Cuba si prendeva la responsabilità e l'onere economico delle cure mediche e dell'ospitalità.

Nel 1989 i rapporti tra i due Paesi erano ancora ottimi ma nel 1991, con la dissoluzione dell'Unione Sovietica, Cuba venne dimenticata dai nuovi leader politici degli ex Paesi socialisti, facendo precipitare l'Isola nel drammatico 'periodo especial'.

Nonostante aver subito questo trattamento o, forse, meglio dire tradimento, Fidel Castro, pur con mille difficoltà, non ha voluto deludere quei genitori che speravano nella guarigione dei loro figli, per lo più malati oncologici.

La solidarietà di Cuba è andata avanti fino al 2011 – per ben 22 anni – e i bambini che hanno ricevuto cure e assistenza sono stati 23.000, arrivando a 26.000 con le cure riservate agli adulti. Il tutto, gratuitamente.
Molti di loro una volta cresciuti sono ritornati a Cuba per riconoscerle immensa gratitudine, e non manca chi ha deciso di restarci a vivere. 

Se una solidarietà del genere è riuscita a metterla in atto una piccola nazione sotto un blocco economico, finanziario e commerciale, fa capire che attuare certe scelte, invece che altre, è solo frutto di una volontà politica. Fidel Castro, a differenza di tutti gli altri leader mondiali, questa volontà ce l'ha avuta.

Con l'amministrazione Trump le difficoltà nell'Isola sono diventate insostenibili, ma le missioni internazionali continuano.
Per quelle nei Paesi più poveri del Terzo Mondo Cuba non riceve nulla se non la copertura delle spese vive, mentre in Paesi economicamente avanzati molte delle missioni vengono contrattualizzate come 'esportazione di servizi professionali'.[3]

Questo per lo Stato cubano è più che mai importante nel difficile momento che l'Isola sta passando, dato che le risorse economiche che recupera vengono reinveste quasi tutte nel loro servizio sanitario, che è completamente pubblico e del tutto gratuito, qualsiasi sia l'intervento che il paziente necessita.

Anche su queste missioni internazionali gli Stati Uniti fanno la loro guerra.
Da tempo hanno iniziato una campagna diffamante con la quale vogliono far credere che il personale medico cubano è composto da 'automi' usati come schiavi e obbligati dal governo a svolgere missione all'estero per lucrare denaro sul loro lavoro.

A settembre del 2020 i senatori Marco Rubio e Bob Menendez hanno presentato al Congresso «un disegno di legge che mira a rafforzare la responsabilità del regime cubano per il traffico di esseri umani e lo sfruttamento di medici, infermieri e professionisti della salute».
A seguito di questo gli Stati Uniti accusano Cuba di "schiavitù moderna" e "tratta di persone", e mettono in atto forti pressioni su alcuni Paesi che vorrebbero richiedere l'intervento dei medici cubani. 

Chi porta avanti questa campagna fa finta di non sapere che il personale in missione riceve molto più del pianificato 'salario socialista' che normalmente guadagnano a Cuba, inoltre hanno alloggio e vitto gratuito, e al rientro nell'Isola a ognuno di loro è data possibilità di importare liberamente (tramite un grande container) arredamento, elettrodomestici e altre mercanzie che è difficile trovare nei negozi cubani.

Un'altra delle false accuse da sfatare è che il personale medico è obbligato a partire. È falso, tutti quelli che si presentano per le missioni lo fanno volontariamente sperando di essere scelti. 

Non commento altro, segnalo solo una 'Dichiarazione del Ministero cubano degli Affari Esteri' pubblicata in italiano.[4] Interessante perché si possono leggere le misure coercitive che gli Stati Uniti mettono in atto per impedire le missioni, mentre in conclusione si spiegano i benefici che i professionisti cubani lasciano nei Paesi che hanno richiesto assistenza.

Dopo averla letta si comprende con molta chiarezza l'enorme contributo umanitario che queste missioni lasciano nel mondo e, con i dati publicati, si può capire bene la falsa propaganda dei media internazionali.

 

[1] Medici cubani ad Haiti per il terremoto

https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-terremoto_haiti_i_medici_cubani_hanno_gi_soccorso_600_vittime/5694_42693/

 

[2] I bambini di Chernobyl curati a Cuba

https://www.elmostrador.cl/dia/2019/06/14/los-ninos-de-chernobyl-en-cuba-la-historia-de-los-afectados-por-la-catastrofe-nuclear-que-recibieron-tratamiento-en-la-playa-de-tarara/

 

[3] Articolo di 'DW' (emittente pubblica tedesca) sulle missioni mediche

https://www.dw.com/es/misiones-m%C3%A9dicas-cubanas-cu%C3%A1ntas-d%C3%B3nde-y-por-qu%C3%A9/a-53054180

 

[4] Dichiarazione dal Ministero degli Esteri dopo le accuse sui “medici cubani trattati come schiavi”

http://www.minrex.gob.cu/en/node/1364

Roberto Cursi

Roberto Cursi

Sono nato a Roma nel 1965, passando la mia infanzia in un grande cortile di un quartiere popolare. Sin da adolescente mi sono avvicinato alla politica, ma lontano dai partiti. A vent'anni il mio primo viaggio intercontinentale in Messico; a ventitré apro in società uno studio di grafica; a ventiquattro decido di andare a vivere da solo. Affascinato dall'esperienza messicana seguiranno altri viaggi in solitaria in terre lontane: Vietnam, Guatemala, deserto del Sahara, Belize, Laos... fino a Cuba.

Il rapporto consolidato negli anni con l'isola caraibica mi induce maggiormente a interessarmi della complessa realtà cubana.

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