Prima Assemblea nazionale di "Alternativa". Il discorso integrale del Presidente Pino Cabras

Prima Assemblea nazionale di "Alternativa". Il discorso integrale del Presidente Pino Cabras

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Si è svolta ieri, 3 luglio, la prima assemblea nazionale di "Alternativa" con gli iscritti di tutta Italia.

In una caldissima domenica estiva, tutto il giorno, si sono susseguiti interventi "collettivi" dei delegati territoriali e contributi singoli, con presenza costante dei deputati e dei senatori del comitato promotore.

È stato presentato lo stato dell'arte della rete territoriale e le proposte sull'organizzazione capillare. Alcuni gruppi sono già molto strutturati, altre realtà si stanno organizzando.
 
L'assemblea è preparatoria di quella che si svolgerà in presenza entro il 30 settembre. La prima parte era dedicata alla strutturazione interna, ai territori, ai gruppi cittadini, provinciali e regionali.
 
La seconda parte è stata, come da ordine del giorno, politica. Moltissime le proposte, tra cui l'istituzione ufficiale di un "pensatoio", un think tank, che sarà coordinato dal Professor Andrea Zhok e coinvolgerà, per la prima volta nell'esperienza politica italiana, gli intellettuali che analizzano in termini costruttivi ed elaborano, nel panorama attuale, le modalità e i confini per una lettura filosofico-politica della contemporaneità.
 
Il deputato Pino Cabras è il presidente di Alternativa e come tale ha elaborato e reso pubblico un documento condiviso, frutto di sintesi degli apporti di tutto il comitato promotore nazionale. Il discorso di Cabras è stato pubblicato su facebook e noi vogliamo riproporvelo perché non si tratta solo di un documento ad uso interno. È un preciso messaggio a tutte le forze antisistema oggi presenti nel contesto parlamentare e non di opposizione reale e concreta al Draghistan.
 
“Come Alternativa siamo orgogliosi della qualità del nostro manifesto politico con cui abbiamo iniziato la nostra avventura:

https://www.alternativa.it/manifesto e che risulta ancora molto attuale, al netto delle cose da cambiare insieme. È una cosa rara in tempi in cui le posizioni politiche si “consumano” in fretta. Il manifesto ci offre punti di riferimento chiari per parlare alla società intera senza inseguire mode politiche. Leggiamolo e rileggiamolo, discutiamolo, riformiamolo.
Nel manifesto abbiamo precisato un metodo di lavoro che ora diventa tanto più urgente. Lo richiamiamo di nuovo anche qui:
«Vogliamo essere la sponda parlamentare di un più ampio movimento civile e sociale, per costituire un cantiere di discussione e azione con formazioni sociali, rappresentanti della società civile, corpi intermedi, associazioni di categoria del mondo del lavoro, dell’impresa, dei consumatori e del terzo settore. Un laboratorio di idee ed azioni che abbia sempre al centro l’essere umano quale entità civile e spirituale. Puntiamo a individuare, assieme ad altri soggetti, gruppi di persone autorevoli che compongano dei Comitati dei saggi sui temi chiave dell’opposizione. “Alternativa” parte da punti fermi per aprirsi al dialogo libero anche con mondi lontani dal suo luogo di partenza, con chiunque voglia dare piena attuazione ai principi della Costituzione.»
Nel manifesto diciamo anche:
«La nostra azione nasce in opposizione al governo Draghi, ma esprime una più generale opposizione ai governi ‘tecnici’ e al ‘vincolo esterno’ dietro cui si nascondono politiche neoliberiste che applicano il darwinismo sociale all’economia e alla vita delle persone.»
«Mettiamo al centro della politica la persona, la comunità e l’ambiente, non il mero profitto. La politica, e dunque il controllo democratico, deve tornare a governare la cosa pubblica.»
Sullo sfondo vediamo situazione politica generale che rivela i tratti di una crisi sistemica su cui le classi dominanti stanno scommettendo tutto il loro potenziale:
- È tuttora in piedi la trappola del green pass (società del controllo e biopolitica) e il tema è pronto a riaprirsi per milioni di cittadini come un baratro di politiche antiumane di nuovo conio.
- Tutto va verso la guerra, il disaccoppiamento dell’Europa dall’Asia, la fine traumatica della globalizzazione. Siamo a un passo da sfide radicali e drammatiche, senza precedenti per le ultime generazioni.
- L’Europeismo del “Sogno Europeo” è tramontato, mentre tutti facciamo i conti con l’Europeismo Reale, una gabbia da rompere, con istituzioni sovranazionali tutte da rimettere in discussione in modo radicale, con un confronto che deve partire da subito.
- La crisi economica e finanziaria è all’orizzonte con un impoverimento generalizzato che sta già accadendo e può innescare cambiamenti brutali per milioni di persone con un’accelerazione mai sperimentata dalle ultime generazioni.
- C’è un grave ritardo cognitivo, culturale e politico di tutte le forze che hanno interesse a contrastare le oligarchie e a proporre un’alternativa. Siamo la prima generazione che “non può permettersi di sbagliare” rispetto a sfide che investono la specie intera e il suo rapporto con l’ambiente naturale.
Per questo è necessario aggiornare un lavoro sulle idee e sui programmi, coinvolgendo iscritti e simpatizzanti.
Tutti i 12 punti del Manifesto vanno rivisitati in vista dell’Assemblea Nazionale in presenza fisica che organizzeremo per settembre 2022. Una rivisitazione che siamo sicuri non li stravolgerà, ma servirà a farli ramificare in tante proposte programmatiche. Per questo istituiamo un pensatoio, un Laboratorio di Riflessione che incontrerà le migliori competenze ed energie intellettuali non solo italiane.
Molti hanno rinunciato a cambiare lo spirito pubblico del nostro paese. Noi non abbiamo rinunciato e vogliamo perseguire una sua riforma intellettuale e morale.
Le elezioni politiche che porranno termine a questa legislatura e ne apriranno una nuova saranno celebrate proprio in un periodo in cui le oligarchie dominanti si inventano nuovi insidiosi attacchi contro la vita democratica dei popoli. Ci sono poteri che non vedono l’ora di liberarsi di qualsiasi critica e di qualsiasi organizzazione popolare che li possa limitare. Amano l’emergenza, perché mette paura e divide le persone. Naturalmente vogliono approfittare delle divisioni e sono lieti se tutti sono più isolati, e perfino se molti si fanno espellere dalla competizione politica e non votano lasciando a loro il campo libero.
È possibile non restare soli pur essendo una moltitudine? È possibile contarci, contare, proporre un’alternativa? Noi pensiamo di sì.
L’Italia viene da decenni di declino. Come tanti altri Paesi si era sollevata dalla guerra con una Costituzione che ha protetto milioni di persone che si sono rimboccate le maniche per vivere meglio. Molte ingiustizie, l’austerità e la dittatura dello spread hanno però consumato dall’interno la democrazia. C’è chi rimuove il pericolo più grave. Noi non lo rimuoviamo. Oggi è minacciato fino alla radice tutto quello che sembrava conquistato a caro prezzo: libertà, pace, pane, lavoro, salute.
I cittadini sono stati traditi sempre più spesso anche da chi prometteva di cambiare e migliorare tutto. C’era una cattiva connessione. C’è una sacrosanta diffidenza. Malgrado ciò, ci saranno ancora mille ragioni per fidarsi di chi lotta a tuo fianco.
In ordine di tempo: l’ultimo solenne tradimento della volontà popolare sta nell’operazione scissionistica che ha trascinato sessanta parlamentari a rivendicare un programma e un sistema di valori opposto a quello che li ha portati all’elezione: si tratta di un colpo funesto nei confronti di qualsiasi fiducia elettorale, l’ennesima mazzata alla democrazia della rappresentanza, intanto che il Movimento 5 stelle rimane una palude di indecisioni subalterna al governo tecnico. Il M5S è un altro pezzo del voltafaccia irrecuperabile nei confronti della volontà popolare e sostanzialmente un fallimento politico che si irradia su tutto il sistema.
Guai a sottovalutare questo danno. Una sfiducia che si nutre agli occhi di milioni di persone con esempi concreti, immediati e con facce che sorridono dopo gli inganni. Questa sfiducia è un macigno che rende imperdonabili le commedie degli inganni e la mancanza di coraggio.
Difendere la democrazia è il compito più importante ma è anche l’impresa più difficile. Noi delle forze che difendono la Costituzione dai suoi nemici, abbiamo tutti belle bandiere da sventolare, vecchie e nuove. Le mani che le tengono sono di persone sempre più arrabbiate e preoccupate. Molte di queste energie rischiano di disperdersi. Nessuno regalerà nulla a quel popolo che protesta e propone scelte alternative. Dovremo conquistare (riconquistare) la forza del popolo sovrano e sottrarla a un vincolo esterno che non gli concede più nulla e che vorrà concedergli ancora meno.
Qui è il compito grave, importante, entusiasmante, dell’opposizione che vuole una via nuova per il popolo italiano.
In breve tempo dovremo fare quelle scelte difficili che non abbiamo fatto negli ultimi decenni.
Possiamo cercare la collaborazione di diverse sigle, tante personalità, organizzazioni, partiti, riviste, reti associative, «formazioni sociali, rappresentanti della società civile, corpi intermedi, associazioni di categoria del mondo del lavoro, dell’impresa, dei consumatori e del terzo settore».
I percorsi in questo senso possono essere diversi, non ancora tutti prevedibili, e li sceglieremo insieme: rivolgerci solo a quanti riteniamo avere una visione politica coerente e simile alla nostra, oppure un percorso di unione tra forze anche diverse a difesa delle cose più importanti. Sì, proprio quelle basilari: libertà, pace, pane, lavoro, salute.
C’è una nuova ondata di persone impegnate, pronta a resistere ai mali che hanno trovato nuovo slancio nel governo dell’impoverimento che domina il Draghistan. Noi combatteremo questi mali: omologazione, autoritarismo, frammentazione sociale, discriminazioni, privatizzazioni, agevolazione dei grandi interessi economici, distruzione dell’ambiente, impoverimento del ceto medio e precarizzazione dei lavoratori, economia di guerra. L’uso autoritario dell’emergenza legata alla crisi covid ha inaugurato una nuova forma di manomissione dei diritti fondamentali e delle priorità dello Stato, ma molte forze non hanno colto la pericolosità e l’insopportabile sofferenza umana innescata da tutto questo. Noi la cogliamo fino in fondo.
Certo, i conformisti dell’ideologia dominante dilagano dappertutto. Sicuro, le organizzazioni che un tempo animavano la democrazia italiana sono da tempo disinnescate e fanno di tutto per deprimere la partecipazione popolare. Ovvio, molti cittadini smarriti e bersagliati da una feroce propaganda sono ormai passivi. Eppure, ci sono milioni di persone pronte alla riscossa che stanno scegliendo comunque nuove strade, nuove organizzazioni, nuovi modi di partecipare. Sta germogliando tutto un ecosistema di forze politiche popolari che ha da dire tanto alla democrazia di questa Repubblica.
Negli ecosistemi c’è la biodiversità. Non fa eccezione il variegato spazio degli amici della Costituzione, dove ci sono idee diverse su molti temi, non prive di contrasti.
Non è un scontato poter ricreare un ambiente politico comune compatibile, amichevole, solidale, combattivo, comunicativo, metodico, creativo.
Questa è la ragione per cui vogliamo parlare a chi ha fa convintamente opposizione in Italia. Siamo qui a discutere insieme di come approcciarci a questo mondo di opposizione (parlamentare e non). Per farlo bene, dobbiamo essere rigorosi nell’analisi e parlarci in modo chiaro, diretto.
In questo momento ogni singola forza di opposizione rischia di non bastarsi da sola.
Forze tutte compatibili, tutte componibili? Forse no, Probabilmente no, anche se hanno lo stesso nemico.
Non è vietato porre limiti, ma è vietato porli a un dialogo creativo.
Non è vietato provare antipatie reciproche. È vietato regalarle già da subito e passivamente ai simpatici nemici al governo.
Vediamo insieme cosa è compatibile.
Il rigore dell’analisi dobbiamo applicarlo innanzitutto a noi stessi, ad Alternativa. Siamo i più numerosi in parlamento a combattere il sistema di potere del Draghistan. Siamo nati come una componente parlamentare, ma abbiamo deciso di fondare un grintoso partito politico che vuole unire masse di cittadini non più rappresentati nell’attuale campo di battaglia della democrazia. In parlamento siamo una pattuglia di una quindicina di deputati e tre senatori, ma abbiamo saputo intenderci in tante iniziative comuni anche con altri parlamentari di altre piccole forze che non si sono arrese al governo dei tecnocrati. Al Senato il nostro Mattia Crucioli presiede persino un composito nuovo gruppo parlamentare di opposizione. Nei territori siamo riusciti a organizzarci bene in certe regioni, ma non in altre. Offriamo la dorsale istituzionale più numerosa e indocile di una ribellione al sistema di potere dominante, una ribellione che vogliamo far crescere passo dopo passo.
L’ecosistema dell’opposizione ha tante altre creature. Non sappiamo se e quante uniranno le forze. Ma è utile scrutare in modo oggettivo questo panorama. Questo è un compito che deve accompagnare una grande campagna di organizzazione di Alternativa per diffonderla ovunque in Italia. È un compito che fa tremare le vene ai polsi: costruire un’organizzazione democratica diffusa, renderla capace di alleanze sociali e rappresentanza, renderla capace di costruire solidi rapporti politici con un’opposizione più vasta, accompagnare questi rapporti politici a un programma di proposte innovative, scegliere strategie comunicative efficaci in un contesto ostile dominato da un’oligarchia sempre più portata alla censura con modi vecchi e nuovi.
L’obiettivo minimo è che l’area politica critica nei confronti del sistema dominante abbia un peso istituzionale e che non sia travolta in un momento storico e politico molto grave. È una fase in cui l’attacco alla Costituzione usa svariati pretesti emergenziali come strumento di governo anti democratico, con un crescente tasso di totalitarismo e di prevaricazione. Con la guerra che si profila in Europa si compie un altro passo verso nuove ferite alla legalità costituzionale e a manovre sociali distruttive. Come minimo dobbiamo approntare le difese e saperci unire a chi vuol difendersi.
L’obiettivo di massima è dare un nuovo slancio alla Costituzione e costruire un’alternativa in tutti i temi che rendono sovrano il popolo e indipendente la nostra Repubblica.
Con alcune delle forze di opposizione vi potrà essere un dialogo produttivo, con altre forse no. Per questo chiediamo il vostro pieno coinvolgimento come parte attiva dell’Assemblea Nazionale di Alternativa.
In proposito è utile osservare le recenti elezioni francesi, così come quelle del 2017, che hanno visto via via crescere la popolarità delle variopinte coalizioni assemblate da Jean-Luc Mélenchon. L’esempio francese ha interessanti analogie ma anche evidenti divergenze rispetto all’Italia: la geografia politica è diversa; il sistema dei partiti ha storie differenti.
In Italia da molti anni l’identità dell’opposizione costituzionale sta in gran parte fuori dalle etichette tradizionali e il processo è andato in profondità. Qua non cerchiamo dunque un Mélenchon.
Quel che è interessante è però il metodo, senza pretese di copiarlo né trasferirlo meccanicamente: in quella coalizione più forze politiche e unioni civiche hanno mantenuto ciascuna una propria forte identità, distinta e autonoma, ma allo stesso tempo hanno creato una proposta elettorale capace di far convergere larghe porzioni dell’opposizione intorno a un progetto e un programma condiviso, tanto da negoziare in modo trasparente i tanti punti concordi e i pochi sui quali marcare le differenze. Ribadiamo: non si tratta di copiare, ma di osservare, così da ragionare in concreto in Italia di temi e programmi specifici per noi.
Un’opposizione ambiziosa è il grande assente della politica italiana, devastata dai “tradimenti” e dalla conseguente sfiducia di masse di cittadini.
Nelle recenti tornate elettorali amministrative ci sono state alcune “sortite” dell’opposizione, con tentativi di convergenza, diversi città per città. I risultati delle due città più grandi chiamate alle urne, Genova e Palermo dove Mattia Crucioli e Francesca Donato hanno superato con delle coalizioni il 3 per cento dei voti espressi in un contesto che non è quello proprio del “voto di opinione” mostrano un potenziale notevole (ossia: dove c’è progetto e attivismo combattivo si fa la differenza), così come mostrano anche i limiti di questa stagione politica, segnata dal riflusso di molti elettori delusi. Siamo stati presenti con nostre liste anche a Padova e a Gaeta. Alla prossima tornata potremo coprire molti più territori.
Entro settembre affineremo le scelte: vi chiediamo dunque di iniziare in questa sede e nei gruppi regionali e locali una discussione sull’orientamento e sulla linea politica che volete per Alternativa e di predisporre in questo senso un documento regionale programmatico che vi illustreremo nel prossimo intervento.
Noi siamo qui per costruire insieme l’Alternativa. Oggi ci stiamo riunendo con una connessione elettronica, ma abbiamo già stabilito e stabiliremo una connessione sempre più stretta e umana.
L’#Alternativa c’è!”

Agata Iacono

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Sociologa e antropologa

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