Prof. Angelo D'Orsi - Il "crollo del Muro" e gli effetti del Coronavirus

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Privatizzazioni selvagge

Che c'entra  il "crollo del Muro" con la situazione che stiamo vivendo a causa del Coronavirus? C'entra, perchè gli effetti della epidemia non sarebbero stati così gravi - nei Paesi capitalistici - se non si fosse proceduto, in modo sistematico, alla privatizzazione dei servizi, a cominciare da quelli sanitari, alla loro aziendalizzazione, con conseguenti parametri costi/benefici in termini di mera aritmetica economica: le persone, soprattutto quelle fragili, economicamente e sul piano della salute, non vennero neppure prese in considerazione.

Furono chiusi reparti ospedalieri, obbligando le persone a percorrere chilometri per trovare un servizio di cui avevano necessità (compreso la maternità!), furono smantellate intere strutture, eliminate in nome del pareggio di bilancio.  Così si fece anche con gli altri servizi, dimenticando che salute, istruzione, trasporti, comunicazioni non sono merci o industrie, ma appunto "servizi" che lo Stato deve assicurare a tutti i cittadini.

 

Tutto ebbe inizio negli anni Settanta

Il processo era iniziato in sordina già negli anni Settanta, sul piano internazionale, e aveva trovato un punto di accelerazione con Regan e Thatcher. Ma il momento cruciale fu il 1989. Si entrava nell'età del neoliberismo, dell'ultracapitalismo e sul piano istituzionale della "post-democrazia". Guai ai poveri! - fu il messaggio reale che proveniva dalle macerie del Muro di Berlino, un messaggio sotteso a quello apparente, che venva ripetuto, ossia che la "globalizzazione" ci avrebbe reso tutti liberi e felici.  E dopo "il crollo" il mondo sarebbe entrato nell'epoca della pace infinita. E ciascuno avrebbe potuto realizzarsi in base alle sue capacità, non tenendo conto che i punti di partenza degli individui non sono gli stessi. 

Il motto ideale "Da ciascuno secondo le sue possibilità, a ciascuno secondo i suoi bisogn", che Marx vedeva iscritto sulle bandiere del comunismo, veniva semplicemente rovesciato, cancellato, e presto dimenticato. La vita diventava sempre più una drammatica lotta per l'esistenza di milioni di esseri umani, mentre altri, una esigua minoranza, godevano di questo risultato - la fine del comunismo "storico" e la cancellazione persino della sua memoria (come non ricordarsi Occhetto!?) che li rendeva più ricchi e potenti. E intanto il mondo entrava nell'epoca della guerra infinita e permanente, a cui il terrorismo, di varia matrice, era insieme figlio e risposta. Denunciare tutto questo, non significa (come dicono gli sciocchi) avere "nostalgia" del Muro e del socialismo reale, che ebbe insopportabili aspetti di controllo sociale, di oppressione, ma che era tuttavia l'autentico "Stato sociale", quello che nell'Occidente capitalistico si stava smontando.

Ecco il mio 1989, di cui parlo in questa nuova "lectio brevis" sul mio Canale You Tube. Iscrivetevi per rimanere aggiornati sulle prossime "uscite" nelle tre sezioni (Lectio brevis; Due o tre cose che so di Gramsci; Varia).

 

Angelo D'Orsi

Angelo D'Orsi

Laureato, in Filosofia del Diritto, con Norberto Bobbio, nel 1972. Professore ordinario di Storia delle dottrine politiche all'Uuniversità di Torino. Autore di "Gramsci. Una nuova biografia."

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