Rete elettrica Euro-Mediterranea. Parlamento tunisino sblocca il finanziamento per il progetto di connessione elettrica con'Italia

Rete elettrica Euro-Mediterranea. Parlamento tunisino sblocca il finanziamento per il progetto di connessione elettrica con'Italia

I nostri articoli saranno gratuiti per sempre. Il tuo contributo fa la differenza: preserva la libera informazione. L'ANTIDIPLOMATICO SEI ANCHE TU!


di Francesco Fustaneo



L'Assemblea dei Rappresentanti del Popolo (A.R.P.), il parlamento tunisino, ha approvato lo scorso 14 maggio un disegno di legge vertente su una convenzione stipulata il 13 settembre 2018 tra la Tunisia e la Banca internazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (I.B.R.D.) per il finanziamento degli studi preliminari del progetto di connessione elettrica tra Tunisia e Italia: finanziamento che ammonterebbe a circa 7 milioni di dollari (approssimativamente, l’equivalente al tasso di cambio odierno di 20,9 milioni di dinari).

Il ministro dell’Industria tunisino, Slim Feriani, commentando il passaggio parlamentare ai microfoni delle t.v. tunisine  ha affermato: “il progetto di connessione elettrica tra Tunisia e Italia faciliterà l'integrazione delle energie rinnovabili e rafforzerà la rete elettrica nazionale, specialmente nelle ore di punta e durante le situazioni di emergenza. Permetterà inoltre alla Tunisia di aprirsi al mercato elettrico italiano ed europeo, in modo da offrire la possibilità di esportare energia elettrica su questi mercati”.

La Tunisia negli ultimi anni ha puntato seriamente sulle energie rinnovabili e l’obiettivo dichiarato è di  aumentare la produzione nazionale di 3.500 MW entro il 2030.

Anche in questa chiave va letto il progetto di  collegamento ad altissima tensione in corrente continua (HVDC), consistente nella realizzazione di una linea di corrente sottomarina di 200 km e 400 kilovolt tra l’Italia e la Tunisia.

L’argomento era stato centrale nel vertice bilaterale italo-tunisino tenutosi a Tunisi lo scorso aprile. Il Ministro dello sviluppo economico, Luigi Di Maio, in merito aveva affermato: “le aziende italiane potranno fare grandi investimenti sulle rinnovabili e potranno fornire energia elettrica all'Italia attraverso l'energia rinnovabile prodotta in Tunisia”. Secondo lo stesso Di Maio, inoltre, attraverso questa infrastruttura, l'Europa potrà fornire maggiore elettricità ai paesi del Nord Africa e contemporaneamente saranno favoriti investimenti congiunti nel campo delle  rinnovabili che in Tunisia offrono rendimenti di produttività maggiori, per via della maggiore esposizione solare ed eolica.

Del collegamento con un cavo sottomarino tra Tunisia e Sicilia in realtà si parla da anni, ma solo dal 2018 appunto si è avuto un'accelerazione, grazie al finanziamento concesso dall’IBRD per avviare i diversi studi di fattibilità.

Il progetto è affidato a Terna, primo operatore di rete in Europa (guidata dall’ a.d.  Luigi Ferraris) che lo sta portando avanti insieme all’azienda elettrica pubblica tunisina, Steg.

Proprio la Terna non manca di sottolineare come l’interconnessione sia strategica non solo per i due Paesi, ma per l’Europa intera, nell’ottica della creazione di una rete elettrica Euro-Mediterranea, in grado di connettere il mercato nordafricano con quello europeo. Il progetto, si legge sul suo sito ufficiale “è inserito nel Piano di Sviluppo della Rete di Trasmissione Nazionale a partire dal 2016, nonché nel TYNDP (Ten Year Network Development Plan) di ENTSO-E”. In accordo al Regolamento (UE) 347/2013 è stato incluso nella Terza lista dei Progetti di Interesse Comune (PCI), pubblicata recentemente sul sito della Commissione Europea.


Gli interessi economici in gioco sono enormi, d’altronde diverse sono le aziende italiane che da anni operano nel settore energetico nel paese nordafricano. Come sottolinea Pier Paolo Albricci su classxhsilkroad.it  in un suo articolo del 30 aprile scorso: “sul fronte delle rinnovabili sono attive Enel Green Power, che per il momento ha manifestato solo l'intenzione di partecipare a delle gare, e Terni Energia del gruppo Italeaf. Il Tunisia Solar Plan prevede l’installazione di 320 MW di impianti in capo a STEG, la società pubblica di elettricità,  e 680 MW promossi e sviluppati da privati. Una prima tranche è stata affidata a Terni Energia con una commessa del valore di 12,5 milioni di dollari che prevede la realizzazione di un impianto da 10 MWp. L’impianto è installato vicino a Tozeur, 450 chilometri a sud di Tunisi, ai margini del deserto del Sahara". 
 
Un altro investimento strategico italiano in Tunisia è quello del gruppo Prysmian nel joint venture con Cables Tunisia di proprietà del Gruppo Onetch, produttore ed esportatore leader nel settore dei cavi energia e di telecomunicazioni. Sfruttando queste competenze, a partire dal 2001, Auto Cables Tunisia ha sviluppato le proprie attività nella progettazione e produzione di cavi elettrici per auto. Attualmente, tra i suoi clienti si contano numerosi e importanti marchi europei. Auto Cables Tunisia dispone di un’unità di produzione situata a meno di 2 ore dalla maggior parte delle capitali europee ed è in grado di far fronte a molteplici esigenze nel settore dei cavi per il settore automobilistico. “
 

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica di Paolo Desogus I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

I fatti di Napoli e la falsa coscienza di Repubblica

Voto russo e ipocrisia occidentale di Fabrizio Verde Voto russo e ipocrisia occidentale

Voto russo e ipocrisia occidentale

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA" LAD EDIZIONI 3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

3 LIBRI PER "CAPIRE LA PALESTINA"

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba di Geraldina Colotti Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

Il solito copione contro "il cattivo esempio" Cuba

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi di Giovanna Nigi "11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

"11 BERSAGLI" di Giovanna Nigi

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese di Leonardo Sinigaglia Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Wang Yi, la visione complessiva della diplomazia cinese

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso di Giorgio Cremaschi Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il PD e M5S votano per la guerra nel Mar Rosso

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte di Francesco Santoianni Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

Il caso "scientifico" dell'uomo vaccinato 217 volte

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri di Savino Balzano L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

L'austerità di Bruxelles e la repressione come spettri

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia di Alberto Fazolo Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Ucraina. Il vero motivo di rottura tra Italia e Francia

Il ruolo dei media in Occidente di Giuseppe Giannini Il ruolo dei media in Occidente

Il ruolo dei media in Occidente

Autonomia differenziata e falsa sinistra di Antonio Di Siena Autonomia differenziata e falsa sinistra

Autonomia differenziata e falsa sinistra

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE di Gilberto Trombetta L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

L'INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA E L'INTERESSE NAZIONALE

La guerra mondiale e i rapporti di proprietà di Pasquale Cicalese La guerra mondiale e i rapporti di proprietà

La guerra mondiale e i rapporti di proprietà

Lenin fuori dalla retorica di Paolo Pioppi Lenin fuori dalla retorica

Lenin fuori dalla retorica

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia? di Paolo Arigotti Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Uno scenario di tipo ucraino per la Moldavia?

Inefficienze e ingiustizie si perpetuano di Michele Blanco Inefficienze e ingiustizie si perpetuano

Inefficienze e ingiustizie si perpetuano

Registrati alla nostra newsletter

Iscriviti alla newsletter per ricevere tutti i nostri aggiornamenti