SOS Guaidò. Radiato dal Parlamento gli resta solo 'Il Giornale'

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C’è ancora qualcuno che crede a quella barzelletta della storia che risponde al nome di Juan Guaidò? Evidentemente sì. L’edizione odierna del quotidiano ‘Il Giornale’ pubblica un’intervista «esclusiva» all’ex leader dell’opposizione venezuelana (ormai è stato sconfessato finanche dai suoi ex alleati) presentato con la carica fantasiosa di «presidente ad interim del Venezuela». 

Praticamente un incontro tra due disperazioni. Infatti sia l’opposizione golpista venezuelana che certi media italiani sono ormai alla frutta dopo che ogni tentativo di disarcionare Maduro si è rivelato vano. Il presidente venezuelano è ancora al suo posto e ha rafforzato la sua posizione. Questo nonostante contro di lui e la Rivoluzione Bolivariana agiscano senza soluzione di continuità forze poderose. 

La farsa Guaidò è durata anche troppo. Le elezioni parlamentari dello scorso 6 di dicembre che si sono realizzate in Venezuela, dove il chavismo ha trionfato sconfiggendo pesantemente le opposizioni - anche quella estremista che ha deciso di non partecipare alla contesa elettorale - e riconquistato la maggioranza in seno all’Assemblea Nazionale, hanno definitivamente messo la parola fine sulla cosiddetta presidenza ad interim. Guaidò ha perso ogni fragile appiglio legale che prima poteva vantare, per continuare a guidare il cosiddetto "governo ad interim", una posizione che gli ha permesso di saccheggiare le risorse del Venezuela all'estero a scapito del popolo venezuelano.

L’ultima manovra disperata dei golpisti è stata quella di tentare di estendere il mandato dell'AN eletta nel 2015 con l'intenzione di continuare a guidare un governo meramente virtuale. Manovra miseramente naufragata. Finanche l’Unione Europea lo scorso gennaio ha deciso di di cessare il riconoscimento di Juan Guaidò come presidente ad interim. In una dichiarazione, l'Alto rappresentante dell'UE per la politica estera, Josep Borrell, spiegò che l'UE manterrà i suoi contatti "con tutti gli attori politici e della società civile per riportare la democrazia in Venezuela, inclusi in particolare Juan Guaidó e altri rappresentanti dell'Assemblea Nazionale uscente”. 

Detto questo, passiamo all’intervista. Juan Guaidò non aggiunge nulla di nuovo ai temi strumentali utilizzati dall’opposizione estremista venezuelana per attaccare il governo Maduro. Ma sono due i passi più inquietanti di questa intervista. Quando il golpista chiede apertamente un intervento (leggi invasione) nel suo paese, pur se trincerandosi dietro una citazione dell’ex Segretario Generale dell’ONU, Kofi Annan: «Esiste il diritto d’intervenire quando ci sono gravi violazioni”. 

E poi quando chiede all’Italia di «continuare ad appoggiare le sanzioni dell’Unione Europea. Quello sanzionatorio è un buon modo per riaffermare che la dittatura è responsabile delle sue azioni criminali e che violare i diritti umani è un’aberrazione intollerabile». 

Insomma, l’eroe golpista di certi ambienti liberali d’occidente per reclamare che in Venezuela vengano rispettati i diritti umani che sarebbero calpestati dal tiranno Maduro chiede apertamente l’invasione e la distruzione della propria patria e che vengano inasprite quelle sanzioni che soffocano l’economia del Venezuela. Con ovvie ripercussioni sulla qualità della vita dei venezuelani, i cui diritti umani evidentemente non contano molto per Guaidò e i suoi accoliti molto più interessati a prendere il potere per conto dei loro padrini che siedono in quel di Washington. Chiedere ancora più sanzioni nel bel mezzo di una pandemia mondiale è criminale quanto le stesse sanzioni. 

L'ONU condanna le sanzioni al Venezuela

Le misure invocate dal dirigente estremista venezuelano sono state condannate dall’ONU. In una conferenza stampa per presentare la valutazione preliminare della visita in territorio venezuelano l’inviata della Nazioni Unite, Alena Douhan, ha riconosciuto che le azioni coercitive e unilaterali contro il paese da parte degli Stati Uniti e dell'Unione Europea hanno avuto un impatto devastante su salute, alimentazione e istruzione. 

"La qualità della vita dei venezuelani si è degradata a causa di sanzioni coercitive unilaterali”. 

La relatrice ha esortato le banche in Inghilterra e Portogallo, che detengono illegalmente fondi del Venezuela, a restituire al paese sudamericano le risorse economiche necessarie per affrontare la crisi. Ha poi ricordato che le entrate sono diminuite del 99% e che quindi adesso il Venezuela è costretto a far quadrare i conti con l'1% del reddito che aveva prima delle azioni coercitive e unilaterali.

"Il 76% delle entrate venezuelane sono state utilizzate per progetti sociali e c'è solo l'1% del reddito, quindi in realtà è una misera somma di denaro”, ha affermato Alena Douhan.

Il regime sanzionatorio ha portato lo stipendio medio del settore pubblico tra i 2 e i 3 dollari, una cifra sufficiente ad acquisire appena l'1% del paniere alimentare di base.

"Le persone dipendono dagli aiuti del governo sotto forma di CLAP e trasferimenti di denaro attraverso il Carnet de la Patria e numerosi sussidi per i dipendenti”.

Le sanzioni creano infiniti ostacoli al Venezuela anche nell’acquisizione di vaccini, attrezzature e forniture mediche. Materiale fondamentale in questa fase storica segnata dalla pandemia causata dal nuovo coronavirus. La relatrice ha ricordato che i beni della Banca Centrale del Venezuela all'estero sono bloccati. A tal proposito bisogna ricordare le manovre di Juan Guaidò per non permettere lo sblocco dei fondi detenuti dalla Banca d’Inghilterra che il governo bolivariano aveva intenzione di utilizzare per acquisire vaccini e materiale sanitario necessario al governo di Caracas per affrontare al meglio l’emergenza pandemica. 

Espulsione ambasciatore UE dal Venezuela e gli attacchi di Fratelli d’Italia

Le nuove sanzioni imposte dall’Unione Europea al Venezuela rappresentano per Caracas l’ennesima aggressione e la continuazione di una politica di ostilità del blocco europeo contro il paese. Quindi l’Assemblea Nazionale ha deciso di procedere con l’espulsione della rappresentante dell’Unione Europea, Isabel Brilhante, dichiarata «persona non grata». Il blocco europeo - come spiegato in precedenza - ha applicato nuove sanzioni unilaterali e coercitive nei confronti di 19 funzionari venezuelani, compresi rappresentanti dell'opposizione, che hanno deciso di partecipare alle ultime elezioni legislative del 6 dicembre. 

La risposta venezuelana alle nuove sanzioni ha mandato fuori dai gangheri il capodelegazione di Fratelli d'Italia - Ecr al Parlamento europeo e responsabile Esteri Fdi, Carlo Fidanza, che su Twitter scrive: “Vergogna Maduro! Espulso l'ambasciatore Ue e radiati dalle istituzioni venezuelane Guaidó e altri 27 deputati di opposizione. La comunità internazionale reagisca a questa ennesima provocazione del dittatore narcocomunista”. Evidentemente per chi in Italia si definisce a ogni piè sospinto un patriota, in Venezuela dovrebbero subire in silenzio le azioni ostili del blocco europeo. Sulla definizione di Maduro come ‘dittatore narcocomunista’ stendiamo un velo pietoso. Qualifica direttamente chi fa tali affermazioni gravi solo per motivi propagandistici. Ci potrà cascare giusto qualche europeo o statunitense la cui mente è stata obnubilata dalla martellante campagna di discredito portata avanti contro il Venezuela e il suo presidente Maduro dal complesso dei media mainstream occidentali. 

Perché Guaidò e altri deputati sono stati radiati?

Un gruppo di ex deputati che non ha presentato la dichiarazione giurata del proprio patrimonio, come stabilisce la legge venezuelana, è stato radiato. 

"Tutti i funzionari sono tenuti a testimoniare davanti alla Contraloría General de la República (CGR), in modo che il popolo del Venezuela e dello Stato venezuelano conoscano il patrimonio dei funzionari pubblici, come atto di trasparenza nei confronti del popolo venezuelano”, ha spiegato Elvis Amoroso, presidente della Contraloría General de la República, che può essere paragonata alla Corte dei Conti italiana. 

In una conferenza stampa offerta ai media, il dirigente venezuelano che presiede anche il Consejo Moral Republicano ha dichiarato che il massimo organo di controllo avvierà indagini sulle irregolarità amministrative, detterà misure, imporrà obiezioni e applicherà le sanzioni previste dalla legge.

Amoroso inoltre ha ricordato che circa un mese fa si è recato dinanzi alla nuova Assemblea Nazionale, per fare un appello ed esortare tutti i deputati uscenti e entranti dell'AN, a realizzare la loro Dichiarazione Giurata del Patrimonio; purtroppo si è rammaricato di aver trovato un gruppo di deputati che si sono rifiutati di presentare la loro dichiarazione.

A tal proposito, il dottor Elvis Amoroso ha diffuso la lista dei deputati dell’estrema destra golpista, radiati per inadempienza:

1.-Marco Quiñones

2.-Armando Armas

3.-Julio Montoya

4.-Ismael García

5.-Mariela Magallanes

6.-Antonio Geara

7.-Américo De Grazia

8.-Carlos Berrizbeitia

9.-Juan Miguel Matheus

10.-Richard Blanco Cabrera

11.-Rafael Veloz

12.-Tomás Guanipa

13.- Luis Florido

14.-German Ferrer

15.-Jesus Alexis Paparoni Durán

16.-Carlos Paparoni

17.-Freddy Guevara Cortez

18.-Juan Andrés Mejía

19.-Julio Borges

20.-Franco Casella

21.-Gaby Arellano

22.-Renzo Prieto

23.-Sergio Vergara

24.-Carlos Valero

25.-Winston Flores Gómez

26.-Juan Guaidó Marquez

27.-Juan Pablo Guanipa Villalobos

28.-José Manuel Olivares

Il Contralor ha affermato di sperare che l'Unione Europea (Ue) e altri paesi del mondo non si facciano avanti per difendere questi deputati estremisti coinvolti in atti di corruzione.

 

Fabrizio Verde

Fabrizio Verde

Direttore de l'AntiDiplomatico. Napoletano classe '80

Giornalista di stretta osservanza maradoniana

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