Trump accusa Biden di brogli. Ma gli USA impongono nuove sanzioni per le elezioni in Venezuela

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Ancora sanzioni volte a colpire il Venezuela. Questa volta a finire nel mirino degli Stati Uniti è la filiale che opera in Venezuela di una società argentina. Il motivo? La Ex-Cle Soluciones Biométricas (Ex-Cle CA) è entrata nell’elenco delle aziende sanzionate dall'Office of Foreign Assets Control (OFAC) perché ha fornito i suoi servizi Consiglio elettorale nazionale (CNE) nelle ultime elezioni legislative del 6 dicembre, in cui il chavismo ha riconquistato l’Assemblea Nazionale. 

Proprio sul terreno elettorale gli USA non possono dare lezioni a nessuno. Visto che Trump continua ad affermare di aver perso le ultime presidenziali a causa di brogli realizzati per scalzarlo dalla Casa Bianca in favore del rivale democratico Joe Biden. Eppure Dipartimento del Tesoro degli Stati Uniti ha proceduto a sanzionare la società argentina. 

«Gli Stati Uniti continuano ad attaccare il regime (di Nicolás) Maduro e coloro che sostengono il suo obiettivo di negare al popolo venezuelano il diritto a elezioni libere ed eque", ha affermato il segretario al Tesoro Steven T. Mnuchin.

Quelle stesse elezioni libere ed eque negate ai cittadini statunitensi, secondo il presidente uscente Trump.

Le persone sanzionate

A cadere nella rete delle sanzioni sono anche i rappresentati dell’azienda a Caracas. Marcos Javier Machado Requena, di nazionalità venezuelana; e l'argentino Guillermo Carlos San Agustín.

Secondo il Dipartimento del Tesoro, San Agustín ha legami con Carlos Enrique Quintero Cuevas, rettore supplente del CNE e membro del Consiglio elettorale nazionale del Venezuela, che è stato sanzionato nel 2017.

Il presidente del Venezuela, Nicolás Maduro, ha condannato queste sanzioni, che ha definito «stupide», e ha espresso il suo sostegno alle persone colpite.

«L’impresentabile (il segretario di Stato nordamericano) Mike Pompeo oggi ha imposto delle sanzioni stupide, da imbecille quale è, con le valigie già pronte; contro la società e gli imprenditori che hanno prodotto le macchine per il voto del popolo venezuelano. Tutto il nostro sostegno, la solidarietà agli imprenditori che hanno prodotto queste macchine e il Venezuela ha votato», ha detto il presidente.

«Chiediamo rispetto»

Protesta anche la rettrice del CNE Tania D’Amelio. La dirigente venezuelana ha affermato che le elezioni del 6 dicembre sono state un processo «certificato» e «convalidato» dai venezuelani. 

Nell’ambito del programma Las Reglas del Juego trasmesso da LaIguana.TV, la rappresentante del CNE ha sottolineato che la tornata elettorale ha nuovamente mostrato la vocazione pacifica del popolo venezuelano. «Noi venezuelani abbiamo detto al mondo che chiediamo rispetto perché qui in Venezuela risolviamo le divergenze attraverso l'esercizio del voto». 

 

La Redazione de l'AntiDiplomatico

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