Una proposta per giungere ai negoziati tra Russia e Ucraina

Una proposta per giungere ai negoziati tra Russia e Ucraina

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di Davide Busetto

 

Situazione sul campo:

  • sostanziale stallo delle posizioni. Le recenti importanti avanzate che si sono registrate sono dovute ad arretramenti dell'altro esercito e non a sconfitte;
  • continui bombardamenti russi sulle infrastrutture strategiche ucraine;
  • un imminente arrivo di diverse decine di migliaia di soldati russi (mobilitazione parziale);
  • Nonostante un'avanzata ucraina registrata alcune settimane fa la situazione non sorride affatto a Kiev. La presidenza ucraina ha riferito di come non avrebbe senso trattare con Mosca perché l'esercito ucraino sta vincendo sul campo. Ma tutto ciò può tranquillamente essere inserito nella cartella "Propaganda" assieme a tante altre (da ambo i lati);
  • Zelenskyy non è assolutamente nelle condizioni di dettare alcunché a Mosca ma, avendo noi (come Italia) preso le difese dell'Ucraina, voglio ugualmente partire dalle sue richieste.


Zelenskyy, per avviare dei negoziati, propone:


1. Ripristino dell'integrità territoriale

2. Rispettare lo Statuto delle Nazioni Unite

3. Risarcire tutti i danni causati dalla guerra

4. Punire ogni criminale di guerra

5. Garantire che ciò non accada di nuovo


Come Paese non abbiamo alcun obbligo nel sposare le sue richieste, corrette o sbagliate che siano. Abbiamo preso la sua parte ma questo non ci obbliga a schiantarci diplomaticamente per le sue uscite.

Sarebbe sufficiente non porre alcuna condizione per sedersi ad un tavolo e, una volta seduti, affrontare i suddetti punti.

I punti 2, 4 e 5 sono abbastanza a portata di mano, purché il riconoscimento arrivi da tutti i Paesi coinvolti.


Nel dettaglio.


Rispettare lo Statuto ONU
 (2) non solo è una norma che risulta "scontata" ma andrebbe ad abbracciare parte della narrativa russa. Non solo. L'ONU, nonostante i suoi mille limiti, è forse l'unica entità dove è rimasto un minimo di dialogo tra le parti. Sarebbe sciocco e controproducente da parte degli attori coinvolti gettare fango su questa istituzione (nei mesi la posizione di Kiev sulla questione è cambiata ed ora è decisamente più conciliante).

Punire ogni criminale di guerra (4). Mi sembra una richiesta legittima. Ad ogni modo punire ogni criminale di guerra, al di là della definizione specifica (crimine di guerra/crimine contro l'umanità), vorrebbe dire andare a prendersi i criminali da ambo i lati. I criminali di guerra o si vanno a prendere da entrambi gli schieramenti o è una proposta che non ha senso (potrebbero essere condannati solo quelli russi a condizione che Kiev vinca sul campo. Pura fantascienza ad oggi).

Garantire che ciò non accada di nuovo (5). Proposta che suona un po' come la richiesta della pace nel mondo. Bella ma nel concreto totalmente inutile. Mosca non mi pare fosse totalmente contraria, almeno pubblicamente, ad una adesione dei Kiev all'UE. Ciò però comporterebbe alcuni rischi (per i russi Bruxelles è una succursale della Casa Bianca e quindi è probabile che Mosca non accetti questa Ucraina in questa UE. Se solo Bruxelles fosse indipendente...). Inoltre un'adesione di Kiev all'UE (o alla NATO) sarebbe totalmente contraria alle procedure standard di adesione. Oltre a saltare la fila creerebbe pure dei problemi di conflittualità a livello legislativo (si pensi alla NATO che non vuole membri con problemi territoriali in corso, anche se poi sappiamo bene che ad avere l'ultima parola sono Pentagono e Casa Bianca, statuto o non statuto). Lavorare quindi sulle garanzie di sicurezza dovrebbe essere un argomento di discussione una volta seduti al tavolo negoziale, non prima.

Ora i punti più critici.

Risarcimenti dei danni (3). Una richiesta che l'Unione Europea sposa. Il problema di base è che uno paga se perde. I russi perderanno? Difficile. Diciamo estremamente improbabile. Di sicuro però c'è che l'Ucraina si troverà, indipendentemente dal risultato sul campo, con buona parte della sua economia rasa al suolo e con una parte fondamentale delle sue infrastrutture strategiche distrutte. Senza elettricità salta sia l'acqua che il riscaldamento. Inoltre una parte delle città ucraine è edificata sostanzialmente su ex paludi. Se salta la corrente torna l'acqua e si riprende parte di quelle terre che sono state bonificate durante l'epoca sovietica (auguri per il sistema fognario cittadino ad esempio...). Insomma un bel disastro dal punto di vista igienico sanitario (come primo aspetto). Bisogna poi considerare il post conflitto. L'Ucraina sta in piedi finché noi (inteso come Occidente) le garantiamo un flusso economico costante. Ma sarà sempre così? Ovviamente no. Già tutti questi soldi che le inviamo sono praticamente a prestito. Inoltre la deindustrializzazione porterà con sé un'enormità di disoccupati. Milioni. Diversi milioni. Queste persone, per forza di cose, cercheranno di venire da noi. Lo farebbe chiunque. Non perché "in Europa si realizzano i sogni" ma banalmente perché qui troveranno qualcosa da mangiare. Serve operare già ora pensando a quando cesseranno gli scontri armati. La ricostruzione del Paese dovrebbe da una parte fungere da pacificazione (cooperazione russo-ucraina tipo con fondi 70-30 o 60/40 o 50/50) e dall'altra, magari, agganciare la precedente proposta sulle garanzie. Se parte del Paese, magari sulla linea del fronte (quale fronte sarà il vero problema) viene lasciato ricostruire a cinesi, indiani e turchi (che godono di buoni rapporti con entrambi gli schieramenti che si affrontano in Ucraina) da una parte si offrono a questi Paesi degli affari facili e dall'altra si "congela" lo spirito bellicista che ha portato all'attuale crisi. Si tratta quindi di realizzare (nome improvvisato) una "rete economica dinamica" (Dynamic Economic Network), dove gli investimenti svolgono un ruolo costruttivo e pacificatore tra le due parti (ho deciso di utilizzare il termine "rete" perché una rete può essere intesa sia come "di contenimento" sia come "unione").

Su 4 delle 5 richieste/proposte di Zelenskyy il negoziato potrebbe tutto sommato essere positivo per l'Ucraina (ricordiamoci sempre che l'alternativa non è diventare la Svizzera ma qualcosa di simile all'Afghanistan, ovviamente con le dovute differenze).

Sull'integrità territoriale (5) si apre un capitolo a parte. Più che altro perché è l'unico punto che presenta, oltre a divergenze strategiche conclamate, anche delle linee rosse ormai definite da entrambe le parti.

Per i russi la Crimea è totalmente intoccabile. Lo era prima del 2014 (presenza militare). Lo è stato dopo il 2014 (annessione) e lo è ancor di più dopo il 24 febbraio 2022. Insomma là non si tratta (pena la minaccia nucleare. Vera. Non quella che ogni tanto sventolano i nostri giornali). Gli ucraini lo sanno. Che poi fingano di volerla seriamente riprendere è un problema loro.

Gli ucraini per ora hanno mantenuto l'accesso al mare (Odessa). Pur non essendoci mai state chiare indicazioni di un'imminente invasione di Odessa da parte delle truppe di Mosca, in caso di un allargamento del conflitto quella città sarebbe una delle prime ad essere sottoposta al (pesante) fuoco russo. Strategicamente è più importante di Kiev (le istituzioni si possono spostare, ad esempio a Leopoli, i porti no). Certo non può essere considerata negoziabile in quanto a) non è mai stata contesa e b) non è sulla linea del fronte però il mantenimento da parte ucraina dell'accesso al mare è comunque un aspetto da considerare.


La Russia ha dichiarato la propria sovranità sulle 4 oblast dell'est dell'Ucraina. Questo probabilmente è il problema, almeno dal punto di vista dell'immagine pubblica. Fino a quel momento il miglior negoziato (per gli ucraini) poteva portare (territorialmente) a:

  • Crimea russa;
  • Donbass non russo (in quale forma è tutto da vedere. Tipo autonomia rafforzata da Kiev o proprio indipendente).

Dopo quel referendum Mosca ha tracciato una linea rossa difficilmente cancellabile, andando a dichiarare che quei territori saranno russi (con quali confini però? Quelli delle oblast che erano in Ucraina o altri da definire?). Ma appunto i negoziati tra dei contendenti dove nessuno ha perso servono a trovare il compromesso tra le parti, non ad imporre qualcosa all'altro.

Il presidente Zelenskyy ha cambiato opinione su un eventuale dialogo con il presidente Putin. Fino a poco tempo fa da Kiev escludevano qualunque trattativa finché Vladimir Putin avrebbe ricoperto la carica di presidente. Oggi questa linea rossa ucraina è stata cancellata. Un buon primo passo.

Un tavolo negoziale, oltre che a provare a risolvere la questione del confine, potrebbe avere il pregio di congelare sul terreno gli scontri armati. Un tavolo negoziale deve portare a più diplomazia e a meno violenza.

Vi è inoltre il contesto macro in cui questa drammatica vicenda è inserita. Fino ad ora sostanzialmente ho trattato la questione come se fosse un problema tra due Paesi. Il problema dal punto di vista strategico invece riguarda il rapporto tra grandi potenze. Quella in Ucraina è sicuramente una guerra per procura (poi possiamo chiamarla come più ci piace ma cambia poco). Da una parte i russi, che ci mettono armi e sangue, dall'altra praticamente tutta la NATO, che ci mette armi e informazioni, e l'Ucraina, che ci mette i soldati (e quindi il sangue). Questo non può essere assolutamente dimenticato. Ma se un paese come l'Italia può incidere poco dal punto di vista diplomatico tra Russia e Ucraina nulla può incidere in scelte strategiche che spettano a Mosca e Washington. L'Italia può fare la sua parte per quanto riguarda lo scontro sul campo in Ucraina. Il resto, per fortuna o purtroppo, a seconda dei punti di vista, non rientra nelle nostre capacità. Capacità che nell'Unione Europea probabilmente nessuno ha. Forse la Francia.

In conclusione.

Serve rafforzare la necessità di un tavolo negoziale, dove i contendenti devono sedersi senza porre condizione alcuna, e che allo stesso tempo porti con sé un cessate il fuoco.

Allo stesso tempo l'Italia dovrebbe battersi concretamente per contribuire a realizzare 4 di quei 5 punti proposti da Zelenskyy. Il 5 punto non potrà che essere risolto per via negoziale (l'alternativa è l'uso delle armi) tra Russia e Ucraina.

Va infine riconosciuta la dimensione strategica del conflitto tra Russia e USA.

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