USA: le elezioni più costose della storia non hanno ancora un vincitore

USA: le elezioni più costose della storia non hanno ancora un vincitore

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Al momento in cui scriviamo il risultato delle elezioni presidenziali statunitensi non è ancora chiaro. Il presidente uscente Donald Trump denuncia brogli, in particolare nei voti espressi tramite posta, mentre lo sfidante democratico Joe Biden ha tenuto un discorso dove si è praticamente dichiarato vittorioso, pur non affermandolo apertamente. Intanto Trump ha già annunciato ricorsi. 

 

Insomma, se gli USA giudicassero con gli stessi parametri che utilizzano rispetto ai paesi stranieri, in particolare quelli sgraditi a Washington, affermerebbero senza ombra di dubbio che ci troviamo di fronte a un’elezione irregolare e da ripetere. 

 

Eppure le elezioni statunitensi sono anche le più costose del mondo. I costi calcolati dal Center for Responsive Politics superano i 14 miliardi di dollari. Vele a dire le elezioni più costose della storia. Ma di certo non le più efficienti. 

 

Il Centro aveva stimato in precedenza che le elezioni avrebbero raggiunto quasi 11 miliardi di dollari di spesa totale. Ma uno straordinario afflusso di donazioni politiche negli ultimi mesi - dettato da una battaglia per la Corte Suprema e dalle sfide per la Casa Bianca e il Senato - ha spinto la spesa totale ben oltre quella cifra.

 

La maggior parte del costo è associata agli atti della campagna e agli annunci pubblicitari. Il democratico Joe Biden ha raccolto più del presidente Trump.

 

Secondo la Commissione elettorale federale, Biden ha raccolto quasi 1 miliardo di dollari direttamente da individui (esclusi altri contributi, come quelli da gruppi di interesse e

imprenditori). Il presidente, da parte sua, è riuscito a raccogliere poco più di 600 milioni di dollari.

 

Entrambi i partiti hanno raccolto molti fondi da piccoli donatori, ma i Democratici hanno avuto la meglio. I democratici hanno raccolto quasi 1,7 miliardi di dollari da donatori di piccole dimensioni, rispetto al miliardo dei Repubblicani.

 

 

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