LETTERA AI COMPAGNI SULLA GUERRA IMPERIALISTA

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E' evidente a tutti che la situazione sta superando il limite di guardia. L'imperia­li­smo occidentale a guida americana è in crisi, ma ha deciso, per non arretrare, di scatenare una catena di eventi bellici e costruire capisaldi militari da cui partire per estendere il conflitto.

Il punto di partenza, com'è noto, è stato l'Ucraina. Lì gli USA e la NATO hanno iniziato a concepire una risposta globale alla Russia che non aveva accettato la logica dell'accerchiamento strategico disegnato dagli americani coi paesi europei e l'UE. Già da questa prima fase della ‘guerra a pezzi' i comunisti, quelli almeno che non si sono fatti travolgere da posizioni neotrotskiste basate sulla lotta tra imperialismi, hanno dato battaglia contro tutte le ambiguità per affermare la verità dei fatti. In Italia questa battaglia ha avuto successo. Nonostante l'alleanza di fatto tra destra atlantista e PD, a sinistra ha prevalso la consapevolezza che la responsabilità della guerra in Ucraina è da attribuire ai neonazisti di Kiev e alla Nato.

Gli americani speravano in un facile successo e di incrinare con l'embargo e l'uso della quinta colonna la compattezza del governo di Putin, ma i loro calcoli erano sbagliati e le forze ucraine si sono impantanate in una guerra di logoramento senza sbocco.

L'attacco di Hamas a Israele ha aperto un nuovo fronte. Anche qui le condizioni oggettive hanno determinato la risposta palestinese al nazi-sionismo che teneva in gabbia la popolazione di Gaza e allo stillicidio di morti nella Cisgiordania occupata. La sconfitta di immagine di Israele e le difficoltà sul campo sono evidenti, ma anche qui l'imperialismo occidentale fa quadrato. Le forze aereo-navali angloamericane, con l'appoggio dell'UE e dell'Italia, sostengono l'esercito nazista di Israele e allargano la guerra al Libano, alla Siria, allo Yemen.

Il progetto imperialista, dopo che in Ucraina e in Palestina si è scoperto il gioco, sta diventando quello di creare  una catena di intervento o deterrenza militare su tutto quello che USA e alleati ritengono il fronte di guerra, dall'Ucraina, al Medio Oriente, a Taiwan, alla Corea del Nord e non è escluso che a breve si aprano altri fronti.

Se è vero che in questi due anni, a partire dal gennaio 2022, i comunisti e gli antimperialisti hanno dimostrato chiarezza e determinazione nella lotta contro i respon­sabili delle guerre e a fianco del popolo palestinese, ora che la situazione si sta aggravando e gli scenari prevedono non solo l'allargamento dei conflitti, ma una possibilità di scontro frontale con  paesi come Russia, Cina e Iran che sono il perno della resistenza antimperialista, bisogna prepararsi al peggio e, nel contempo, fare il possibile perchè gli scenari più foschi non si materializzino. C'è bisogno perciò che la mobilitazione contro il governo Meloni e i fautori delle guerre imperialiste si organiz­zi stabilmente e mantenga la sua pressione con continuità. Gli eventi possono preci­pitare e bisogna prepararsi per tempo, anche contro la inevitabile repressione interna.

Unità delle forze antimperialiste, capacità di unire chi è contro la guerra, solidarietà col popolo palestinese, far uscire l'Italia dalle guerre. Su questi obiettivi i comunisti devono non solo impegnarsi, ma essere un'avanguardia politica capace di guidare lo scontro.

Roberto Gabriele

Forum comunisti italiani

 

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