di Immanuel Wallerstein - iwallerstein.com
(Traduzione di Giuseppe Volpe per ZNET)
Dovunque i politici hanno parti celate del loro percorso politico e personale. A volte la rivelazione di tali “segreti” causa delusione e/o ridotto sostegno degli elettori che avevano appoggiato quella persona. Quella che varia è la misura in cui i politici riescono a mantenere oscuri tali segreti
Il presidente francese recentemente eletto, Emmanuel Macron, è riuscito a mantenere l’oscurità meglio dei più. E’ perciò utile tentare di rispondere alla domanda su chi egli (realmente) sia. Innanzitutto c’è un mucchio di dissenso riguardo alla risposta. Questa differenza non c’è solo tra sostenitori e antagonisti ma anche all’interno di entrambi gli schieramenti.
Che cosa sappiamo della sua storia? Ha studiato in due delle istituzioni d’élite francesi – Sciences Po e la Ecole Nationale d’Administration (ENA) – dove ha avuto risultati brillanti.
Dopo la laurea ha ottenuto un posto da banchiere presso la Goldman Sachs. All’epoca era membro del Partito Socialista che allora governava la Francia. Nel 2009 ha cambiato la sua affiliazione partitica passando agli Indipendenti.
Quando Manuel Valls, il leader della fazione più “centrista” del Partito Socialista, ha formato il suo secondo governo, più conservatore, ha reclutato Macron come Ministro dell’Economia. Il compito di Macron consisteva nel mettere in atto una svolta neoclassica delle politiche governative francesi. Macron (e Valls) hanno avuto un successo solo parziale.
Le elezioni francesi del 2017 si stavano approssimando. Valls ha cercato la candidatura del Partito Socialista. Macron non lo ha appoggiato ma ha invece creato una propria struttura di partito. L’ha chiamata En Marche!, che significa “andare avanti” ma ha anche replicato le iniziali di Macron (EM).
Il sostegno al Partito Socialista era diminuito pesantemente, in larga misura a causa dell’acuta impopolarità del presidente socialista in carica, Francois Hollande. Il candidato dell’altro partito prevalente, i Les Républicains di centrodestra, era Francois Villon, che sorprendente aveva conquistato la nomina del suo partito usando come suo principale argomento la sua comparativa rettitudine morale.
La candidata del Fronte Nazionale di estrema destra, Marine LePen, era riuscita a far adottare al partito posizioni più “rispettabili” a costo di rompere pubblicamente con il fondatore del partito, e suo padre, Jean-Marie LePen.
Sembrava dapprima che i due candidati che sarebbero sopravvissuti al primo turno fossero Fillon e la LePen, il che avrebbe trasformato il ballottaggio in una gara tra il centrodestra e l’estrema destra. Tale scelta era indigesta per molti elettori.
Improvvisamente è cambiato tutto. Fillon è finito invischiato in uno scandalo ma si è rifiutato di farsi da parti per consentire al suo partito di nominare un altro candidato. Il successivo declino dell’appoggio a Fillon ha consentito a Macron di affermarsi come l’unico candidato che potesse sconfiggere Marine LePen al secondo turno.
Macron ha presentato il suo partito come né di sinistra né di destra, rompendo con lo schema sinistra-destra che era prevalso per un secolo sia nelle elezioni sia al governo. Ha funzionato. Al primo turno Macron ha ottenuto il 24 per cento dei voti e la LePen il 21 per cento. Al secondo turno Macron ha vinto con il 65 per cento dei voti.
Nella sua campagna Macron ha usato uno dei principali argomenti derivati dalle tradizioni del Partito Socialista. Era sempre stato il principale difensore della laicité (più o meno equivalente al secolarismo) contro le tradizioni dei partiti di destra, la cui base era fortemente costituita da elettori cattolici. Macron ha attaccato prima Fillon e poi la LePen in quanto alla ricerca di attuare posizioni socialmente conservatrici su questioni quali l’aborto, i diritti degli omosessuali, eccetera.
Non appena assunta la carica Macron ha cercato di attirare nel suo governo importanti politici dei due partiti tradizionali nonché ecologisti e autodefiniti centristi. Sperava chiaramente che questo avrebbe distrutto le prospettive futura dei due partiti tradizionali e che avrebbe consolidato il dominio suo e del suo partito sulla politica francese per decenni a venire.
Ora che sta entrando nel secondo anno del suo regime, che cosa possiamo dire su chi egli è? E’ indubbiamente una persona di destra in tutte le questioni economiche. E’ stato il primo politico che è stato in grado di attuare grandi revisioni delle strutture del welfare statale della Francia. Quando Hollande ha tentato una versione più tenue di tali riforme metà della Francia è scesa in strada e le proposte sono state ritirate. Quando l’ha fatto Macron non c’è stata alcuna reazione simile. In particolare i sindacati non sono stati in grado di mobilitare i loro membri.
Macron ha mostrato di essere estremamente ambizioso. Mentre Hollande non era stato in grado di mantenere la posizione della Francia di alleato uguale nel duo franco-tedesco che controlla la politica europea, Macron è entrato nel vuoto creato dalla posizione oggi molto più debole della Germania. Né si è fermato lì. Ha contestato le pretese egemoniche degli Stati Uniti senza abbracciare una posizione apertamente antistatunitense.
Ciò nonostante ha cercato di rendere la Francia un protagonista maggiore nell’arena del Pacifico, in Africa e in Medio Oriente e persino in America Latina. Sembra che quella che sta offrendo sia una versione più digeribile delle politiche mondiali statunitensi piuttosto che qualcosa di più progressista.
Quanto ai temi sociali, Macron è molto prudente. Sì, sostiene le cause favorite dalla sinistra ma è attento a non spingersi troppo in là troppo in fretta. Non vuole eccitare gli elettori cattolici a darsi a proteste di piazza.
La conclusione per me è che la Francia ha oggi ha al potere il politico di destra più scaltro e più efficace della storia moderna. Si può pensare ad altri che volevano offrire un simile pacchetto di politiche ma non sono stati in grado di mettere insieme la coalizione che lo permetteva. Macron è stato senza dubbio aiutato dallo stato caotico del sistema mondiale. Ma il suo ruolo personale andrebbe riconosciuto. Ha attuato in modo molto efficace obiettivi conservatori.
Da Znetitaly – Lo spirito della resistenza è vivo
Fonte: https://zcomm.org/znetarticle/who-is-president-macron-of-france/
Originale: iwallerstein.com
traduzione di Giuseppe Volpe
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