di Fabrizio Verde
C’era attesa nel paese. Non tanto per la decisione di estendere il lockdown fino al 3 di maggio. Questa decisione era nell’aria. Tutti aspettavano dal presidente del Consiglio una parola di chiarezza sull’accordo raggiunto dal ministro Gualtieri con i suoi omologhi all’Eurogruppo. Dove tra tanto fumo non ci sono i famigerati eurobond o coronabond, mentre invece ritorna in pista il MES. Anche se edulcorato come solo sanitario e con poche condizionalità.
Una netta vittoria per i grandi sacerdoti dell’austerità. I paesi del nord Europa, Germania e Olanda in testa, a cui l’Italia non ha saputo tener testa. Se analizziamo la situazione reale senza tener conto della propaganda unionista.
Il presidente Conte dice che il MES non sarà attivato. L’Italia non chiederà i prestiti del Fondo Salva Stati. Bene. Ma quel che non dice è più importante. Le misure messe in campo dall’Unione Europea sono insufficienti per affrontare la grave crisi causata dalla pandemia. L’intera economia mondiale è ferma, fatta salava quella cinese che è già ripartita. Alcuni economisti calcolano che i danni economici provocati dal Covid-19 saranno superiori a quelli provocati dalla crisi del ’29. La grande depressione che sconvolse le economie occidentali.
Punto importante: nel caso in cui l’Italia faccia ricorso al “finanziamento diretto e indiretto della sanità, della cura e della prevenzione collegate ai costi della crisi Covid-19”, ci sarà poi Bruxelles, una volta passata l’emergenza, a imporre quelle stesse politiche criminali di austerità che hanno ridotto in ginocchio l’Italia. La situazione disperata in cui vediamo gettata la Lombardia non è caduta dal cielo, ma il risultato di anni e anni di tagli indiscriminati. Così come i ponti che continuano a crollare.
Insomma, per l’Italia si fa più vicino uno scenario greco. Come ricordato ieri via Twitter da un protagonista di quella stagione in cui la Grecia fu massacrata senza alcuna pietà dalla Troika. Yanis Varoufakis, ex ministro delle Finanze ellenico del primo governo Tsipras ha scritto: «Italia e gli altri piegati. Hanno accettato i prestiti del Mes che porteranno a austerità stringente il prossimo anno, pietosi prestiti per le imprese della Bei, uno pseudo schema federale di assicurazione sulla disoccupazione, più qualche pillola di filantropia. In cambio si sono impegnati a depressione permanente».
And here you have it: Italy et al buckled. They accepted ESM loans that will lead to stringent austerity next year, pitiful EIB business loans, a pseudo-federal unemployment re-insurance scheme, plus a few crumbs of philanthropy. In return they committed to permanent depression
— Yanis Varoufakis (@yanisvaroufakis) April 9, 2020
Per poi aggiungere che oltre il danno ci sarà la beffa: «I prestiti del MES senza condizionalità sono una bufala elaborata e ispirata dalla Merkel: certo, prendi miliardi di nuovi prestiti senza condizioni. Ma poi, l'anno prossimo, Bruxelles 'noterà' che il tuo debito/PIL è salito alle stelle e richiederà, ex post, un'austerità gigantesca e catastrofica».
ESM loans without conditionality is a Merkel-inspired elaborate hoax: Sure, take billions of new loans sans conditions. But then, next year, Brussels will 'notice' that your debt/GDP has skyrocketed & will demand, ex post, gigantic, catastrophic austerity. Not even fool's gold!
— Yanis Varoufakis (@yanisvaroufakis) April 9, 2020
Sulla stessa lunghezza d’onda il commento di Wolfgang Munchau, editorialista del Financial Times e direttore di eurointelligence.com: «L'accordo con l'Eurogruppo non è positivo per l'Italia e l'Europa meridionale. Come spesso accade, abbiamo visto un ministro delle finanze italiano che accetta un accordo che alla fine non è nel migliore interesse del suo paese. Il momento per i coronabonds sta svanendo…».
Eurogroup deal is not good for Italy and southern Europe. As so often before, we see an Italian finance minister agreeing to a deal that is ultimately not in his country’s best interest. Momentum for coronabonds is fading. https://t.co/SdbBUMOb9d
— Wolfgang Munchau (@EuroBriefing) April 10, 2020
L’economista francese Fitoussi commenta così: «È una nuova delusione, ma me l’aspettavo. L’Europa non si è mai trovata all’appuntamento quando avevamo bisogno di essa. E, dunque, era prevedibile che i Paesi del Nord dicessero no alla mutualizzazione del debito. Ma senza mutualizzare il debito non si risolve la crisi di oggi. E non farlo è un suicidio collettivo».
Per poi giungere alla conclusione più ovvia: ««Se non c’è una vera solidarietà, una vera mutualizzazione del debito, o continueremo a andare ancora di più sott’acqua o facciamo qualcosa di politicamente scorretto ma inevitabile: dire basta e uscire».
Caro Conte, basta infingimenti, l’Italia si salva solo facendo da soli.
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