di Paolo Maddalena
Nel marasma generale, determinato dal contagio del coronavirus, in ordine al quale proliferano le interpretazioni più diverse, desideriamo porre in evidenza due fatti importanti che dimostrano la situazione insopportabile nella quale versa la nostra economia.
Si tratta della questione della Whirlpool di Napoli e delle Autostrade.
Gli americani della Whirlpool hanno annunciato che chiuderanno i battenti entro domani, gettando sul lastrico 1400 famiglie, fra operai dello stabilimento e del relativo indotto.
Per quanto riguarda le Autostrade è semplicemente assurdo constatare che il ministero dei Trasporti, anziché usare i suoi poteri autoritativi, tratti con i Benetton le modalità e i tempi per la revoca della concessione.
Purtroppo l’Italia si trova in una situazione di indebitamento estremamente pericolosa, perché a differenza di Paesi come gli Stati Uniti e la Cina, anch’essi fortemente indebitati, non ha investimenti in Paesi stranieri, e subisce quindi più degli altri gli assalti nocivi del mercato generale.
A ciò è da aggiungere che i nostri governanti, i quali si sono succeduti dall’assassinio di Aldo Moro in poi, hanno tolto alla Collettività le fonti di produzione di ricchezza, e in particolare le fonti di energia, i servizi pubblici essenziali e le situazioni di monopolio (art. 43 Cost.), che sono proprietà pubblica del Popolo a titolo di sovranità, per cederle a privati, i quali si pongono in una situazione paritaria nei confronti dello Stato.
Dobbiamo ricordare che lo Stato-Comunità, qual è il nostro, ai sensi dell’articolo 1 della Costituzione, prevede due soggetti giuridici: i singoli cittadini da un lato e la collettività, cioè il Popolo, dall’altro.
Bisogna che il Popolo italiano e le istituzioni dello Stato-Comunità si rendano conto che è arrivato il momento di operare un cammino inverso e di ritrasferire, mediante nazionalizzazioni, quanto è stato indebitamente dato ai privati togliendolo al Popolo sovrano.
Il perseguimento di questo obiettivo è indilazionabile, anche per porre lo Stato italiano in una condizione di parità con gli altri Stati europei, premessa questa indispensabile per la realizzazione, allo stato difficilmente ipotizzabile, di una reale unione europea.
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