Mancano gli schiavi (non i lavoratori) cara Repubblica

09 Giugno 2021 21:54 Fabrizio Verde

“I posti ci sono, mancano i lavoratori”, titola così Repubblica. Il quotidiano romano però per correttezza avrebbe dovuto scrivere “I posti ci sono, mancano gli schiavi”. Questa è infatti la verità che sottende l’infame campagna lanciata contro il reddito di cittadinanza che indurrebbe giovani e lavoratori in generale, a restare a casa a godere del sussidio statale, piuttosto che impegnarsi in attività lavorative.

La narrazione schiavista è infatti la seguente: a causa del reddito le aziende sono in grosse difficoltà nel trovare lavoratori disponibili. Quindi il sussidio va abolito. Perché altrimenti nessuno vuole lavorare.

In realtà nessuno vuole farsi sfruttare per pochi spiccioli, senza alcun diritto, magari per 12 ore di lavoro.

La realtà ci mostra infatti la fallacia di tale narrazione: la nota azienda produttrice di gelati, Sammontana, a fronte di una ricerca di lavoro per 352 stagionali ha ricevuto ben 2500 domande di lavoro. Come è possibile, se come afferma Repubblica, mancano i lavoratori?

Il segretario generale della Cgil di Lucca, Rossano Rossi, intervistato dal quotidiano ‘Il Tirreno’ spiega: “La Sammontana ha appena assunto 352 operai stagionali negli stabilimenti della fabbrica toscana e al momento sono 2.500 le domande che si accumulano negli uffici dell'azienda. Sono persone che andrebbero di corsa a lavorare lì. Perché è un'azienda seria: riconosce i diritti ai suoi lavoratori e, ogni mese, dà ai suoi dipendenti uno stipendio medio che consente loro di vivere in modo dignitoso. Non è scontato, di questi tempi”.

Invece, le offerte di lavoro che girano sul mercato prevedono “pochi spiccioli e quasi zero diritti per molte, troppe, ore di lavoro. E poi – spiega Rossi - gli imprenditori si lamentano pure, se non si trovano gli stagionali. C'è tanto sfruttamento, soprattutto nel settore della ristorazione e del commercio. Una storia nota ai sindacati, purtroppo. Lavoratori assicurati per 15 ore a settimana. Peccato che, in effetti, le ore di lavoro siano molte di più. Anche 45. O magari camerieri o cuochi che accettavano di tutto: anche interi mesi di lavoro nero. Se i datori di lavoro cominciassero a pagare bene i dipendenti – conclude – smettendo di sfruttarli, sono sicuro che avrebbero la fila”.

Ancora una volta Repubblica ci mostra il suo vero volto che cerca di occultare dietro l’etichetta di quotidiano progressista: si tratta di un organo di stampa reazionario. Il portavoce di tutte le istanze antipopolari del paese. Per questo dalla politica estera a quella interna, troviamo Repubblica sempre schierata dalla parte di imperialisti e padroni.

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