I controlli di capitale a Cipro: la rottura dell'euro è già iniziata?

A marzo, al momento dell'attuazione del programma di salvataggio della troika, le autorità di Cipro avevano garantito che i controlli di capitale sarebbero durate una settimana, poi un mese. Dopo 4 mesi e nonostante il Trattato di Maastricht li impedisca esplicitamente, sono però ancora in vigore. Dimitris Bounias sul New York Times riprende la storia personale di un uomo d'affari cipriota, Marios Loucaides, impossibilitato ad acquisire una casa ad Atene per i vincoli ad i suoi fondi bancari per specificare come di fatto le restrizioni imposte a marzo hanno reso l'euro a Cipro una moneta di seconda classe rispetto a quello che circola in Francia e Germania.
La questione di Cipro apre una domanda importante sul futuro dell'unione monetaria: la rottura dell'euro - che i leader europei continuano a combattere con frenetici quanti inutili summit a Bruxelles ed una serie di programmi di salvataggio con centinaia di miliardi di euro - è già iniziata? Il presidente Nicos Anastasiades lo pensa. “Noi siamo fuori dalla zona euro”, ha dichiarato recentemente citando le restrizioni sui movimenti di euro da Cipro come prova che i soldi del paese ora uno status differente rispetto agli altri 16 paesi della zona euro. “Il nostro euro appare come l'euro, ma non è veramente tale”, ha affermato Alexandros Diogenous, a capo di Unicars, azienda di Nicosia intervistato da Bounias. A dimostrarlo è il grande gap in tassi d'interesse tra Cipro ed il resto dell'euro ed il fatto che molte banche in Cipro hanno fermato di emettere prestiti tra di loro. Anche molti esperti finanziari hanno confermato l'“uscita silente dall'euro”, come ha dichiarato il direttore di Bruegel Guntram B. Wolff .

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