Andrea Zhok - Nuova via della seta e il "sovranismo" della Meloni


di Andrea Zhok*


L'Italia di Giorgia Meloni è uscita ufficialmente da ieri dalla Via della Seta.

In sostanza il governo Meloni, quello sovranista, quello che doveva avere a cuore, nelle chiacchiere della propaganda elettorale, il benessere e l'autonomia e la sovranità dell'Italia è riuscita nell'arco di due anni prima a tagliare definitivamente tutti i ponti con il maggior fornitore mondiale di energia (Russia), con cui avevamo tradizionalmente ottimi rapporti, e poi a liquidare i rapporti commerciali privilegiati con il paese con la più grande crescita economica mondiale (Cina).

Difficile immaginare una strategia economica più autolesionista per il paese.

Naturalmente sappiamo tutti che il patto tacito sottoscritto dalla premier con il padrone americano è: "Noi ti lasciamo governare senza metterti i bastoni fra le ruote, tu fai quello che ti diciamo." Così ci troviamo l'ennesimo governo servosterzo, con la funzione di trasmettere in maniera agevolata l'impulso governativo d'oltreoceano.

D'altro canto per governare così non serve una classe dirigente, non serve aver studiato, non serve avere un' idea di paese, non serve avere un carattere né un'integrità personale, per governare così basta il geometra Calboni: basta tradurre in italiano i dispacci dello stato maggiore americano e per questo c'è Google Translation.

A ridosso delle elezioni ricordo di essere stato interpellato in un Talk Show intorno al "rischio fascismo" rappresentato da un possibile governo Meloni. Secondo l'usuale canone televisivo la domanda seguiva un servizio con un collage di dichiarazioni incendiarie e foto d'epoca della Meloni, che doveva servire ad alzare la palla per affermare che sì, fez e orbaci stavano per essere riesumati dalla cassapanca del nonno, tremate e rifugiatevi nel fronte antifascista.

La risposta che diedi allora è che da tempo l'unica differenza politica rilevabile tra centrodestra e centrosinistra è il livello di entusiasmo per il Gay Pride (o, se vogliamo, per il Family Day).

Sovrastrutture e folclore a parte l'Italia è governata ininterrottamente da un monocolore neoliberale atlantista da trent'anni: i peggiori trent'anni sul piano economico e sociale dalla nascita dello stato nazionale salvo i periodi di guerra.

Chi continua a cadere nel giochino fittizio dell' Alternanza, andando a votare di volta in volta uno degli schieramenti, per fare un dispetto all'altro - gemello diverso - è complice del disastro.

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