Warren Buffet: un ircocervo ai tempi della turbofinanza


di Alessandro Volpi*

Un ircocervo ai tempi della turbofinanza. Warren Buffett è nato nel 1930 ed è definito "un oracolo" per le capacità di previsione degli andamenti economici. Il suo "metodo" è oggetto di una vasta letteratura celebrativa e quando ogni anno riunisce i suoi azionisti l'evento viene qualificato nei termini della "Woodstock" finanziaria.

La holding Berkshire, creata da Buffett, ha un valore di capitalizzazione di 870 miliardi di dollari, possiede una serie di società al 100%, con un totale di quasi 400 mila dipendenti, e un complesso di partecipazioni azionarie per circa 370 miliardi di dollari. Dispone anche di una liquidità per poco meno di 190 miliardi di dollari. E' dunque una realtà molto anomala, a metà strada tra economia reale e speculazione finanziaria, accessibile solo per portafogli robusti, visto che un'azione costa circa 380 dollari.

Questo ircocervo - che nulla ha a che vedere con a definizione crociana - manifesta tuttavia due caratteristiche molto chiare. La prima e più evidente è l'enorme capacità di Buffett orientare e condizionare, in maniera spesso disarmante, il "libero mercato" veicolato dalla mole degli impieghi finanziari e da una narrazione sapientemente costruita - anche attraverso media e giornali di proprietà, come il Washington post - della sua infallibilità.

La seconda è la crescente finanziarizzazione di Berkshire che trae dalle proprie partecipazioni azionarie dividendi sempre più alti in grado di consentire anche la lievitazione del valore della stessa Berkshire, passata dai 500 miliardi del 2019 agli 870 attuali. L'ultranovantenne Buffett è dunque l'espressione della tradizione e dell'ulteriore rafforzamento di un monopolio che è ben più forte del libero mercato.

*Post Facebook del 7 maggio 2024

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