La pacchia dei grandi azionisti degli istituti italiani


di Alessandro Volpi*

Nel 2023, gli istituti di credito italiani hanno realizzato 40,6 miliardi di euro di utili, a fronte dei quali hanno pagato solo 8,1 miliardi di imposte. Esiste dunque un tax rate, cioè il rapporto tra tasse versate nelle casse dello Stato e profitti, pari al 20,1%.

E' significativo rilevare che secondo le stime di Bankitalia circa il 60% degli utili deriva dai tassi di interesse praticati alla clientela e gran parte della percentuale rimanente proviene dagli interessi pagati alle stesse banche dalla Bce, senza alcun rischio e senza alcuna contropartita. Nel 2022, la situazione non era stata diversa: in tale anno ammontavano infatti ad appena 4 miliardi e 300 milioni di euro le somme versate al fisco. Se allarghiamo lo sguardo, troviamo una conferma della situazione decisamente favorevole, in termini fiscali, per gli istituti bancari italiani.

Negli ultimi sei anni, infatti, il totale dei versamenti del settore bancario al fisco è stato di 22,6 miliardi ovvero il 19,6% dell'utile conseguito. Una pacchia per i grandi azionisti degli istituti italiani, a cominciare dai fondi, e una sofferenza per tutti i soggetti che hanno bisogno di credito, sempre più costoso e sempre più ristretto. Fino a quando non metteremo in primo piano il tema di una vera giustizia fiscale, capace di sostenere il lavoro e la produzione, continueremo a fare i conti con una polarizzazione della ricchezza e con una accentuazione delle disuguaglianze.
*Post Facebook del 11 agosto 2024

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