Nino Galloni. "L'austerity e la spending review: un programma voluto di sofferenza sociale"

Nella conferenza "No euro. Mettiamo Ko la crisi del debito", il terzo incontro del ciclo di conferenze organizzato dal Movimento Cinque Stelle alla Camera, l'economista italiano Nino Galloni ha sottolineato tre aspetti. In primo luogo, in condizione di crisi economica, le politiche di austerità producono effetti negativi a breve termine sui conti pubblici. Si deve tagliare sempre di più per avere effetti negativi e aumentare le tasse.

Le politiche spansive possono avere nell'immediato un effetto similare, ma nel tempo consentono di ragionare una riduzione della spesa pubblica e soprattutto della pressione fiscale. Tagliare le spese comporta maggiore disoccupazione e minor gettato compensato da maggior pressione fiscale. Se le politiche di austerity in condizioni di crisi economica non sono finalizzati al riequilibrio dei conti di stato, si può solo concludere che "è un piano volto per la sofferenza sociale".

Con un grafico Galloni dimostra i risultati di una manovra espansiva nel caso dell'Italia: ipotizziamo un aumento di 70 miliardi con investimenti - esempio 20 miliardi per redditi di cittadinanza - il 4,47 del Pil: tenendo conto del moltiplicatore - mediamente calcolato come 1,5 - l'aumento sull'economia del Pil sarebbe del 6,7%. La spesa si ridurebbe a 3,35. Quindi sarebbe 1,12 come aumento della spesa pubblica netta da finanziare con titoli del debito pubblico. Con una crescita del 6,7% l'andamento si perderebbe progressivamente.

Tra qualche giorno, spiega Galloni come secondo punto della sua relazione, verranno rivalutato le quote della Banca d'Italia e poi si mette un tetto agli eventuali partecipanti. In realtà, afferma Galloni, si tratta di un piano B per impedire al paese di la riacquisire sovranità monetaria in caso. O si mette in discussione questa o bisognerà fare una rivoluzione dopo.

In terzo luogo, conclude Galloni, l'euro nasce da un accordo tra Francia e Germania per la riunificazione della seconda. L'Italia ha accettato la deindustrializzazione del paese come parte necessaria dell'accordo tra Kohl e Mitterand. Quando si è decisi l'euro non si è deciso una politica di disavanzo europeo. "Il progetto sarebbe stato diverso", conclude l'economista italiano.

Le più recenti da Finanza

On Fire

Accetti la visione del mondo di Putin? La risposta di Jeffrey Sachs che lascia il giornalista senza parole

Sembra che tu sia molto incline ad accettare la visione del mondo di Putin piuttosto che forse la cruda realtà? Domanda il giornalista Piers Morgan La risposta del Professor Sachs è...

Scott Ritter a l'AD: "La Russia assisterà l’Iran nella sua risposta"

    di Alessandro Bianchi    Fra il 1991 e il 1998 è stato ispettore Onu sotto il mandato dell'UNSCOM che si occupava degli armamenti in Iraq. Si è dimesso nel 1998...

Il simbolo sull'elmetto del soldato ucraino manda in tilt lo studio televisivo francese

Uno dei principali canali di informazione francese LCI mostra in diretta TV un soldato ucraino attualmente in Russia che sfoggia orgogliosamente un elmetto nazista delle SS. Il conduttore è visibilmente...

Attacco ucraino a Kursk: Medvedev spiega cosa accadrà adesso

ATTENZIONE! L'ANTIDIPLOMATICO SUBISCE LA CENSURA PER L'AZIONE DI AGENZIE STATUNITENSI COME LA FAMIGERATA "NEWSGUARD". ISCRIVETEVI AL NOSTRO CANALE TELEGRAM, IL MODO PIU' SICURO PER SEGUIRE IL NOSTRO LAVORO...

Copyright L'Antiplomatico 2013 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa