“Obiezioni importanti” al Pfizer. Le Monde pubblica e-mail hackerate all'EMA

La guerra dei vaccini si fa aperta. Il quotidiano Le Monde ha pubblicato delle e-mail rubate da qualche ignoto hacker all’Agenzia europea del farmaco (Ema), circolanti nel dark web e di grande interesse.

L’autorevole quotidiano transalpino spiega che alcune di queste e-mail appaiono manipolate, ma altre no, com’è evidente, altrimenti non ne avrebbero rivelato il contenuto.

In tali missive affiorano pressioni per far approvare in via forzosa il vaccino tedesco-americano Pfizer-BionTech e quello Moderna, tutto americano, anche ad opera del Commissario europeo, la tedesca Ursula von der Leyen, il cui annuncio pubblico dell’approvazione del vaccino, a stare alle e-mail, ha destato sorpresa in seno all’Ema.

In particolare, le e-mail interne dell’Ema riferiscono di “obiezioni importanti” fatte al vaccino Pfizer, e si rileva come siano state riscontrate differenze tra quello annunciato e documentato negli studi e quello effettivamente commercializzato, almeno per alcuni lotti, col risultato che esso potrebbe avere un’efficacia ridotta (o nulla? L’interrogativo è d’obbligo, data l’assenza di informazioni in merito).

Per i particolari rimandiamo all’articolo del giornale parigino. In questa nota ci limitiamo a reiterare le domande poste nella nota pregressa, In questo tempo di pandemia gli interessi economici delle Case farmaceutiche hanno avuto un peso maggiore della salute dei cittadini? E ancora, all’emergenza reale si stanno dando risposte reali o, per urgenza o altro, tale risposta viene depotenziata?

Ci sembra interessante che tali e-mail siano trapelate, Sia che davvero si tratti di hacker, sia che si tratti di una qualche talpa nell’Ema (o di un combinato disposto), qualcuno evidentemente è imbarazzato per quanto sta avvenendo e ha scoperchiato il vaso di Pandora, usando dell’anonimato del dark web, dato che gli interessi in gioco sono talmente alti che si rischia di rimanere fulminati.

Ma che la corsa ai vaccini avrebbe provocato una vera e propria guerra era chiaro fin dall’inizio. A parte indizi e sentori, ci aveva colpito molto l’attacco subito il 1 aprile dallo Spallanzani e dal San Camillo, Istituti che avevano iniziato a lavorare allo sviluppo dei vaccini.

Un attacco hacker al primo istituto, un vero e proprio attacco vandalico, con relativa distruzione del laboratorio, al secondo, riferiti dalla cronaca locale.

Tutta la corsa ai vaccini è stata scandita da attacchi hacker. Sono stati accusati i russi, come d’uso ormai da tempo, ma anche altri. Di certo tale corsa ha visto vincenti e perdenti.

A oggi i perdenti sono Oxford e Mosca, che hanno sviluppato vaccini analoghi, ambedue marginalizzati. Forse anche per questo hanno stretto una partnership, nella speranza, chissà, che l’unione gli dia la forza necessaria a navigare in acque meno tempestose.

Va infine notato che, nonostante siamo costantemente bombardati da notizie sul coronavirus, la guerra dei vaccini, pure importante per l’esito che ha e avrà sulla salute globale, passa sottotraccia.

Pochi hanno interesse, o la forza, di denunciare quanto si sta consumando sulla pelle dei cittadini. Tale la potenza dei gestori della pandemia, che anzitutto è gestione delle relative informazioni.

il caos informativo è solo apparente, come dimostra lo studio della Carnegie Mellon University, che nell’estate dello scorso anno scoprì che la maggior parte delle informazioni globali via twitter, cioè tweet e re-tweet, era gestito da bot.

Uno studio che, data la sensibilità del tema, avrebbe dovuto suscitare scalpore e avviare inchieste giudiziarie, ma che passò del tutto inosservato. Né si ha notizia di studi analoghi successivi, almeno di rilievo. E non crediamo che i bot al lavoro, e i loro gestori, si siano successivamente acquietati. Tale il tempo di pandemia, cui ben si attaglia il pandemonio.

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