di Federico Pieraccini
La corsa verso la città occupata da daesh, Al Bab, strategicamente rilevante per la vicinanza ad Aleppo (40km), vede contrapposto l’esercito turco, assistito dal FSA/AlQaeda all’esercito Siriano assistito dalle forze “curdo-arabe” e protetto dalle forze Aeree e Navali della Federazione Russa.
Al Bad, trovandosi a nord-est di Aleppo, è di vitale importante per i piani di Ankara.
Erdogan, con il pretesto della liberazione della città di al Bab, sotto controllo di daesh (organizzazione collegata direttamente dal MIT —servizi segreti turchi), vorrebbe posizionare le truppe turche a meno di 40 km da Aleppo occupando la città. Obiettivo finale, lanciare un'offensiva su Aleppo in soccorso ai terroristi di alQaeda/alNusra, attualmente circondati dall’esercito Siriano.
La corsa verso Al-Bab è di primaria importanza per Damasco per impedire un tentativo di riapertura delle linee logistiche dirette verso i terroristi ad Aleppo che tengono in ostaggio decine di migliaia di cittadini Siriani nei pochi quartieri rimasti sotto il controllo.
Al momento, dopo le recenti avanzate del SAA, le truppe governative rimangono a soli 3 chilometri dalla città di Al Bab. Recentemente si sono registrati scontri rilevanti tra le parti con colpi di artiglieria esplosi dall’esercito Turco verso località riconquistate dal SAA. L’aviazione Siriana ha risposto all’aggressione con bombardamenti di precisione nei pressi dei territori occupati da Ankara a nord di Al Bab. ?
L’alleanza tra elementi curdo-arabe del YPG e SAA a nord di Aleppo mette Ankara direttamente in conflitto con Damasco. Erdogan ha dimostrato ripetutamente di considerare i Curdi la minaccia esistenziale principale. Damasco da parte sua utilizza l’alleanza con una parte del YPG per massimizzare il contenimento dell’espansione Turca, impedendo un’incursione a sud delle truppe Turche per occupare Al Bab, mettendo così nel mirino Aleppo (Erdogan considera Aleppo inclusa nella zona di influenza legittima per Ankara in Siria).
In uno scenario del genere, il rafforzamento del contingente navale e terrestre della Federazione Russa in Siria risulta proporzionato ed adeguato al contesto. Soprattutto in relazione alla difesa dello spazio aereo Siriano da incursioni non autorizzate, garantendo così ulteriore protezione alle numerose navi dislocate davanti alla costa Siriana. Un’importante dimostrazione di deterrenza per scoraggiare Erdogan da eventuali colpi di testa, ricordando l’abbattimento del SU-24 Russo dodici mesi fa.
Oltre alla corsa su al-Bab, l’occupazione Turca dei territori Siriani è una questione che verrà affrontata da Damasco una volta liberata Aleppo. E’ improbabile che Assad voglia affrontare un’operazione militare del genere senza prima tentare una mediazione diplomatica o un accordo di più ampia portata sulla Siria, insieme a Mosca e le altre nazioni coinvolte. Dovessero fallire le trattative, lo scontro militare risulterebbe inevitabile. Non esiste alcun scenario in cui Damasco rinuncia al proprio territorio senza un confronto militare. L’obiettivo primario per Damasco è liberare il paese dalla piaga del terrorismo, mantenendo l'integrità territoriale della Repubblica Araba di Siria.
Specificatamente, nell'eventualità di un conflitto con la Turchia, è da escludere un coinvolgimento delle YPG nelle operazioni al fianco del SAA per riconquistare i territori occupati da Ankara. Nel caso in cui SAA e YPG iniziassero un’offensiva diretta per spingere fuori dalla Siria le truppe Turche e AlQaeda/FSA, i Curdi otterrebbero una possibilità concreta per riunificare il proprio territorio lungo tutto il confine Turco.
In pochi spingono per una soluzione del genere, senza nemmeno menzionare un Kurdistan indipendente che spazi dall’Iran quasi fino al mediterraneo. Iran, Iraq, Siria e Turchia si opporrebbero strenuamente per motivazioni diverse. Damasco e Teheran giustamente preferirebbe una soluzione in cui il SAA possa ristabilire il controllo sul proprio territorio in maniera autonoma, senza ulteriori concessioni alle YPG.
Il destino dei terroristi intrappolati ad Aleppo, ormai saldamento circondato dalle forze di Damasco, dipenderà molto dalla velocità con cui l’esercito Siriano riuscirà a raggiungere e liberare Al Bab. Se avverrà nel giro di pochi giorni, come sembra, anche le operazioni riguardanti Aleppo potrebbero subire un’accelerazione. Se queste conclusioni dovessero rivelarsi corrette, Ankara resterà tagliata fuori perdendo la corsa su Al-Bab. Questo consentirà nel giro di tre mesi una completa liberazione di Aleppo.
Con il nord della Siria ripulito dagli elementi radicali, Damasco avrà finalmente la possibilità di inviare le proprie divisioni armate in altre località per liberare il resto del paese dalla piaga terroristica.
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