Caos al vertice NATO



di Federico Pieraccini

Trump vuole obbligare i paesi Europei a cessare le importazioni energetiche da Mosca e sostituirle con GNL dagli USA ad un prezzo ovviamente non conveniente (dagli USA arriverebbe via nave con costi enormi in termini di logistica degli impianti gassìferi mentre tra Europa e Russia esistono condotti fisici).


Il discorso tocca direttamente la Germania e il progetto North Stream II, in un affare da svariati miliardi di euro.


Il motivo per cui Trump si comporta in questa maniera è duplice.


Da un lato “America First”, quindi aumentare l’export e vantarsi con la base elettorale dei suoi “successi”. Dall’altro, ma in tono minore, evidenziare l’incoerenza dei paesi dell’UE che considerano la Russia un pericolo ma allo stesso tempo dipendono fortemente dalle sue esportazioni energetiche.


Se aggiungiamo che questi stessi paesi dell’UE, impauriti da Mosca ma pronti a farci affari, non spendono nemmeno il 2% del PIL in difesa, mentre Washington sborsa il 4%, la situazione per Trump diviene surreale ed intollerabile.


Il Summit della NATO è iniziato più o meno con queste premesse, confermate davanti alle telecamere da Trump a Stoltenberg (Segretario NATO), tra lo stupore di Pompeo e dell’ambasciatore alla NATO degli Stati Uniti.


Nella conferenza con Merkel non è andata meglio. Inutile dire che i media americani sono letteralmente impazziti. Titoli a 8 colonne “Trump tradisce gli alleati”, “Fine della NATO”, CNN listata a lutto. La figlia di Brzezinski (Sì, quel Brzezinski) quasi vomita dalla tensione a Morning Joe su MSNBC.


In verità, Trump sta facendo molto cinema e tanto PR. Parla con la sua base e si mostra duro e puro davanti alle telecamere, gli da quello che vogliono. Era uno show pensato per loro.


Per dare una parvenza di credibilità a questo spettacolo da quarta serata schiaffeggia gli alleati con tariffe e sanzioni verso la Russia e ora l’Iran, con perdite enormi per l’Europa. Li sbeffeggia in pubblico (Merkel? Trudeau?) e li umilia di fronte mondo (Macron?).


A Trump, che la Germania compri il gas dagli Usa, interessa zero in termini pragmatici. Se mai dovesse accadere sarà tra 20 anni, visto il costo e i tempi per costruire decine di impianti per il GNL sulle coste europee e nordamericane.


Il vertice con Putin potrebbe persino portare a svolte clamorose (personalmente sono molto scettico) se Trump volesse continuare a far impazzire i media liberal-neocon e gli alleati Europei.


Dipende dalla sua check-list di questioni che deve affrontare (come un palinsesto tv anni 90’) prima delle mid-term di Novembre. Non escludo Kim Jong-Un a Washington, un vertice a 3 Israele, Palestina USA, cose del genere, pirotecniche. Tutta immagine, niente sostanza.


Trump vuole solo vincere alle mid-term a novembre e per farlo ha bisogno di sembrare un vincente, tenersi stretto la lobby israeliana e i soldi sauditi e così probabilmente rivincerà le elezioni nel 2020 (sempre che la FED&Co. non decidano di fare harakiri e tirare il tappo facendo saltare tutto pur di liberarsi di Trump --sarebbe la degna fine per tutti questi parassiti)


I politicanti Europei attendono anch’essi le mid-term come ultima chiamata, l’ultimo tentativo. Vivono ancora nel sogno, come la Clinton, che la vittoria sia possibile e che la vittoria di Trump sia stato un caso isolato.


Sarà un duro risveglio quando si renderanno conto che Trump avrà aumentato il numero di Repubblicani alla camera e al Senato. Forse a quel punto, con le Sanzioni in atto su Russia ed Iran, enormi perdite economiche, la prospettiva di altri 6 anni con Trump, forse qualcuno in Europa si sveglierà a proverà a sfruttare la presenza di Trump per rompere con Washington e guardare verso Est.


In definitiva, stiamo vivendo in pieno gli effetti di una presidenza Trump, distruttiva e devastante per l’ordine unipolare americano. Come dissi almeno 1 anno prima che fosse eletto, Trump ha accelerato il declino degli Stati Uniti come punto di riferimento e ha chiuso la fase politica di Washington quale unica superpotenza. Definitivamente ed irreversibilmente.


Non è “America First”, è Trump First. Non c’è strategia o logica. Ci sono solo amicizie, ego personale e la necessità di restare in sella per altri 6 anni. Nel frattempo, pop-corn in mano ed occhi puntati sul vertice NATO.

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