Il paternalismo, già pesantissimo in questo paese bigotto e ipocrita, con questa pandemia si è decuplicato in potenza e schifo.
I giovani ed i giovanissimi sono la componente sociale che più di tutte sta subendo danni psicologici derivati da questo covid-19.
La politica li addita come "irresponsabili", quasi "untori".
I "grandi" gli dicono che "non hanno voglia di fare un cazzo".
Intanto aumentano a dismisura i casi di depressione e tentati suicidi, cresce l'apatia patologica e assistiamo alla ripresa preoccupante dell'abbandono scolastico.
A quanto pare non frega nulla a nessuno, i giovani sono un peso e non il futuro.
Nonostante la società capitalista li molesti fin dalla nascita, prospettando loro un futuro da adulti precari, senza basi, impossibilitati a costruirsi una famiglia, costretti a vivere o dai genitori o in affitto con altre 10 persone manco fosse un campo profughi.
Tutto questo per decenni. Anche per sempre.
Se rialzano la testa e lottano, manifestano, si prendono la responsabilità di tentare di cambiare le cose, gli mandano la polizia coi manganelli o (e forse sono peggio) gli fanno subire becere lezioni paternaliste, patetiche e fuori da ogni logica.
Questo paese sta perdendo intere generazioni, come già ha perso quella che ha subito in tutto e per tutto la crisi del 2008.
La pandemia sta accelerando questo processo.
I "modelli" unici da seguire sono influencer straricchi o altrettanti miliardari che chiedono like e restituiscono illusioni, le stesse che il capitale ci propina fin dalla sua instaurazione.
Uno status quo tale non può perdurare a lungo, è umanamente impossibile e apre scenari interessanti.
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