Francesco Erspamer - Migrazioni di massa, non-cultura globale l'"americanizzazione del mondo"

04 Giugno 2023 16:00 Francesco Erspamer


di Francesco Erspamer

Il problema delle migrazioni di massa, e la ragione per cui sono sostenute sia della finta destra che dalla finta sinistra (benché con diversa retorica: la prima in nome del dogma della crescita economica perpetua, la seconda del dogma della mobilità e della «inclusione», entrambe procedure di omologazione planetaria) è che a diffondersi in Italia e in Europa non sono gruppi di nigeriani, pakistani, filippini, rumeni, siriani, colombiani, con le loro diverse caratteristiche e tradizioni, contraddittoriamente mescolate a un desiderio di integrarsi nel paese e nella cultura di destinazione; no, a muoversi sono per lo più giovani che sognano il modello americano (soldi, successo, stimoli), non molto diversamente da tanti loro coetanei europei.

È che una cultura svuotata delle sue specificità, una cultura che cancelli o addirittura rinneghi il suo passato non diventa un’altra cultura: impossibile per gli italiani, leghisti lombardi inclusi, diventare dei danesi o dei tedeschi, e viceversa: servirebbero secoli.

Una cultura senza memoria e radici diventa, facilmente e istantaneamente, una non-cultura globale, superficiale, indistinta, appiattita sul privato e sul presente. In sostanza a invadere il vecchio continente è chi cerca un nuovo mondo e il nuovo in generale; troppo difficile entrare tutti negli Stati Uniti per cui si accontentano delle sue colonie, sempre meno, del resto, distinguibili dal loro paese guida (del quale stanno acquisendo anche la lingua). E così contribuiscono, immigrati ed emigranti, all’americanizzazione dell’Europa e del mondo, che è appunto lo scopo dei liberisti che fanno finta di essere di destra (Meloni, Salvini) o di sinistra (Schlein, integralisti liberal e radicali).

Altro che festa della Repubblica («res publica»); ormai ogni giorno è una festa dell’individualismo, del presentismo e del consumismo stelle e strisce. È però tempo di scuotersi dall'alibi dell'inevitabilità: ogni cosa che avviene a livello sociale è una scelta.


-------------------

LETTURA CONSIGLIATA SULL'ARGOMENTO:

L'URLO: SCHIAVI IN CAMBIO DI PETROLIO




Le più recenti da I mezzi e i fini

On Fire

Il gesto di Al Jolani che umilia la Baerbock (e tutta l'Unione Europea)

di Alessandro BianchiAnnelle Baerbock è il principale megafono in Europa di tutti i crimini (recenti e passati) della Nato. Impegnata in prima persona a fomentare e invocare cambi di regime, sanzioni,...

Grazie Cecilia Sala

di Patrizia Cecconi Verso la fine del 1800 il filosofo e sociologo tedesco W.M. Wundt parlò di eterogenesi dei fini come effetto di azioni umane che divergono dai fini originari producendo risultati...

Un giornalista interrompe l'ultima conferenza stampa di Blinken e pone le giuste domande

In conferenza stampa, la sua ultima nel ruolo di Segretario di Stato degli Stati Uniti, Blinken è stato interrotto da un grande giornalista, Max Bluementhal che in meno di un minuto gli ha posto...

NATO, L'ammiraglio Dragone: "Dobbiamo convincere i nostri cittadini che siamo in pericolo"

  Giuseppe Cavo Dragone, da ieri presidente del Comitato militare della Nato in un'intervista al Corriere della sera ha mandato un messaggio molto chiaro al paese. "La nostra società non...

Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa