De Benedetti su come gli Elkann si sono comprati la "sinistra"

14 Dicembre 2023 11:00 Paolo Desogus



di Paolo Desogus*

Sul Foglio di ieri è comparsa una lunga intervista a Carlo De Benedetti. Nonostante la grande rilevanza di alcune considerazioni non ho visto oggi alcuna replica fatta eccezione per quella di Marina Berlusconi, alle prese con la difesa un po' ridicola del padre. In realtà De Benedetti non dice granché contro Silvio Berlusconi. Per certi versi ne parla pure bene. Semmai, il vero bersaglio tra gli industriali italiani è la famiglia Elkann.

De Benedetti - verso il quale tengo a dire di non nutrire una grande stima - dice una cosa chiara e semplice: l'acquisizione di Repubblica e della Stampa ha avuto come principale finalità quella di comprare "la sinistra", ovvero il Partito democratico, il sindacato e indirettamente i 5 stelle.

Si possono fare tante critiche a De Benedetti, ma ha ragione. Se ci fate caso Elly Schlein non ha mai nominato la Fiat negli ultimi anni. Stesso discorso vale per Conte. Persino Landini si guarda bene da entrare nel merito delle decisioni della fabbrica torinese, pardon olandese. Nemmeno l'invio di 15mila lettere di prepensionamento, la deindustrializzazione, la vendita di Magneti Marelli, l'arretratezza delle innovazioni dell'auto, niente viene detto a proposito della Fiat.

Direttamente attraverso i propri quotidiani o indirettamente attraverso il denaro versato alla stampa in pubblicità o attraverso gli strapuntini offerti a giornalisti e politici dalle numerose fondazioni la famiglia Elkann ex Agnelli controlla una parte significativa del paese e occulta le proprie opere di male.

Anche qui mi tocca dare ragione a De Benedetti. In Italia ne sono state combinate di porcherie, ma mai quante ne ha fatte la famiglia Agnelli ora Elkann. Basta solo ricordare i 6miliardi presi dal fondo di garanzia statale tirato su per il covid e usato dalla dirigenza Fiat per pagare i dividendi e completare così la fusione con il gruppo francese PSA e dare luogo in realtà a un trasferimento in Francia di quella che un tempo era stata la maggiore industria privata italiana.


*Post Facebook del 14 dicembre 2023

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