di Antonio Di Siena
Sinisa Mihajlovic è stato un ragazzino che ha vissuto gli orrori della guerra civile. Un giovane calciatore sulla cui famiglia sono piovute le bombe e che ha perso gli amici che combattevano al fronte.
Un uomo che senza farsi troppa pubblicità finanzia la costruzione di strutture sportive e case alloggio per gli orfani.
E' un convinto sostenitore della Jugoslavia socialista che si è sempre definito “più comunista di tanti altri”.
Ebbene Sinisa siccome alle elezioni regionali in Emilia appoggia Salvini si è preso dello “zingaro” dai democratici e antirazzisti sostenitori di Bonaccini. E qualcuno gli ha pure augurato di morire, a lui che da mesi combatte orgogliosamente contro la leucemia.
Una roba semplicemente grottesca.
Ma, vedete, il problema non è nemmeno questo.
Che i sedicenti sostenitori delle campagne contro l’odio fossero degli ipocriti lo sapevamo già da un pezzo. Da quando difendevano la Boldrini dagli insulti sessisti e contemporaneamente davano della tr*ia alla Meloni. O da quando salivano sulle barricate per difendere la Murgia dai commenti sul suo aspetto fisico, però siccome Adinolfi è contro l’aborto allora è una palla di merda.
Il vero problema di questi fascitelli dem, che usano il politicamente corretto come strumento di censura lasciando tutto per loro il potere di insultare impunemente, è che pretendono di rappresentare la sinistra pur essendo totalmente incapaci di comprendere la realtà del mondo che li circonda.
Una realtà che nelle loro teste di giovani benestanti è tutta pace e amore. E che ignora una verità tautologica: ovvero che la realtà è anche (o soprattuto) odio.
Può essere l’odio di classe di quelle migliaia di operai traditi che, pur con la tessera della CGIL in tasca, sono stati spinti a forza nelle braccia di Salvini.
E può essere l’odio di un uomo che ha visto il suo paese sventrato dalle bombe della NATO sganciate con la benedizione e la complicità di D’Alema e del partito che diventerà il PD.
Un partito diventato il nemico.
E a cui gli preferiresti pure Satana pur di vederlo scomparire.
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