Mes, è la stessa strategia che ha distrutto la Grecia


di Antonio Di Siena

Ieri la BCE ci ha detto chiaramente che non muoveranno un dito in nostro aiuto.

Di fatto, senza uscita da €uro, ci stanno obbligando a firmare il MES.


E per lubrificare la supposta ci stanno per presentare la cosa come l’unico salvagente possibile.


Ora, uno dei principali problemi del MES è che l’Italia ha un rapporto deficit/PIL ben superiore a quel 60% richiesto per ottenere agevolmente aiuto economico dall’Europa. E quindi, per poter ottenere i nostri soldi in prestito (sì, avete letto bene, i nostri stessi soldi ma i prestito da loro), saremo obbligati a sottoscrivere un memorandum.


Questo impegno preso con Bruxelles ci vincolerà a fare le famose “riforme”. Quindi una volta ottenuti i (nostri) soldi dovremo iniziare una politica di draconiana austerità tutta lacrime e sangue. Roba che in confronto Monti e la Fornero vi sembreranno due caritatevoli frati francescani.


Detto in altre parole sarà lo stesso meccanismo “d’aiuto” imposto alla Grecia, la quale ha dovuto tagliare stipendi e pensioni del 50%, aumentare vertiginosamente le tasse, privatizzare il privatizzabile, tagliare il rendimento dei BOT del 75% e tante altre simpatiche cose che hanno trasformato la Grecia in un paese del terzo mondo.


Praticamente se accettiamo la riforma del MES firmiamo col sangue la nostra condanna a morte.


Difronte a quella che quindi è a tutti gli effetti una richiesta di resa senza condizioni il vile silenzio di Conte (scavalcato pure dall’europeista Mattarella) e le dichiarazioni dal servilismo fantozziano del (solo formalmente nostro) ministro dell’economia, rendono evidente pure agli organismi monocellulari il livello di tradimento della nostra classe politica.


Ma non disperate, vada come vada, alla fine di tutto questo ci rialzeremo.


Dopo ci sarà la nostra personalissima Norimberga.

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