di Antonio Di Siena
Mediterraneo potenzialmente esplosivo.
Martedì sera c’è stato un ‘contatto’ fra navi greche e turche. La notizia, inizialmente smentita, è stata semi-confermata da entrambe le parti.
Così, dopo quasi ventiquattr’ore, veniamo a sapere che la fregata Limnos 451 della marina ellenica ha provato con alcune manovre a far cambiare rotta alla Oruç Reis.
In soccorso dell’imbarcazione da ricerca sismica si è mossa una delle navi militari di scorta, la Kemal Reis.
La fregata turca ha speronato quella greca che ha subito danni (non si è ben capito di quale entità) ed è dovuta rientrare in porto con a bordo (notizia non confermata) quattro militari feriti.
Alcune fonti greche riportano che anche la nave turca Meko 200 è stata danneggiata. Forse gravemente.
Intanto sul fronte internazionale la Germania continua a giocare sporchissimo e, mentre chiude entrambi gli occhi davanti alle provocazioni turche, accusa ufficialmente il governo greco di non rispettare il diritto internazionale marittimo in tema di profughi. La Francia, al contrario, ha inviato a supporto di Grecia e Cipro due navi militari e una flottiglia di caccia.
I due principali Stati membri dell’Ue rischiano di ritrovarsi impantanati e contrapposti nello scenario europeo orientale, a un passo dalla guerra manco fosse il 1913. La NATO, dal canto suo, è evidentemente a pezzi.
Piccola nota a margine sul nostro paese. Nonostante la vicinanza geografica, storica, culturale con un paese fratello come la Grecia, in mezzo a tutto sto casino l’Italia tace colpevolmente e vergognosamente. L’importante, poi, è non lamentarsi del fatto che non contiamo niente.
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