Draghi e la completa giapponesizzazione dell'Europa



di Giuseppe Masala


E mentre Draghi parla della necessità di nuovi stimoli monetari per l'area euro assistiamo alla completa giapponesizzazione dell'Europa. La quantità di bond a tasso negativo presenti in Europa supera quella presente in Giappone. Anche questo è emblematico di un fallimento.



E' vero sì che una così ragguardevole quantità di bond a tassi negativi libera risorse nei bilanci degli stati che consentiranno l'aumento degli investimenti senza trasgredire alle regole europee ma dall'altro lato questo demolisce i margini delle banche, dei fondi d'investimento e dei fondi pensione e obbliga il sistema finanziario europeo a operazioni spericolate per far quadrare i conti aumentando però i rischi e conseguentemente ponendo le premesse per una nuova crisi finanziaria. Non se ne esce. Non se ne esce. Siamo in un loop perverso tipo Snoopy e la sua copertina: se copri il busco scopri i piedi e viceversa.


Rimarrà sembre il dubbio che forse la cosa migliore per risolvere la crisi del 2008 era una politica economica opposta rispetto a quella effettuata: politiche fiscali dello stato espansive e politiche monetari neutre. Invece si è scelta la strada delle politiche monetarie espansive e delle politiche fiscali restrittive creando quel loop malefico che stiamo vedendo.


Ma era una politica impossibile da fare perchè i tedeschi volevano politiche fiscali restrittive affinchè gli stati in deficit verso l'estero (ovvero verso di loro) sistemassero il saldo delle partite correnti e iniziassero a ripagare il debito estero (ovvero quello di loro). Se fosse vera questa ipotesi (e lo è) significa che l'Euro non è mai stata una moneta perchè non esistono i capitali europei: esistono i capitali tedeschi, olandesi, italiani, francesi ecc. Che alla bisogna devono rientrare a casa. Ovvero gli stati nazionali di origine. Come se ne esce?

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