La Borghesia italiana riscopre l'interesse nazionale?



di Giuseppe Masala

Molto interessante un'articolo a firma Galli della Loggia pubblicato ieri dal Corriere della Sera e intitolato "Gli interessi nazionali dimenticati". Certo, nulla di nuovo per chi segue queste umili pagine ma alle volte conta più il cantante e la casa editrice che la canzone in sé. Questo è il caso.


Il Corriere della Sera è il giornale della borghesia produttiva del Nord Italia, un giornale che ha (aveva) abbracciato la causa dell'Unione Europea fin dalla sua testata con tanto di bandierina dell'Entità di Bruxelles come simbolo di un europeismo acritico, totale e intransigente. "All'improvviso riecheggiò uno sparo" per citare l'indimenticabile Snoopy del geniale Charles Schulz: uno dei principi degli intellettuali liberali sul giornale della borghesia produttiva parla di interesse nazionale. Riporto un piccolo stralcio emblematico:


«In particolare non abbiamo capito che il progressivo concentrarsi del potere dell’Unione Europea nelle mani di Germania e Francia ci stava inevitabilmente sbarrando la strada verso i due teatri tradizionali della nostra politica estera. Cioè verso i Balcani – dove infatti ben presto l’influenza economico-politica e culturale tedesca si sarebbe dimostrata imbattibile – e verso l’Africa – dove fin dai tempi dell’Eni di Mattei la Francia era impegnata a contenderci lo spazio e a insidiare quello che avevamo già ottenuto (per esempio in Libia). E però, invece di cercare di contrastare questa deriva diciamo così oggettivamente antitaliana dell’Unione a trazione franco-tedesca (in realtà con Berlino vera padrona e Parigi sua vassalla) – magari cercando di costituire un fronte mediterraneo con Spagna e Grecia eventualmente appoggiato da una Gran Bretagna memore dei suoi trascorsi in quel mare – abbiamo fatto di tutto – in omaggio al nostro cieco supereuropeismo e anche perché gravati dalle condizioni paralizzanti dei conti pubblici – per restare agganciati comunque al duo Parigi-Berlino. Con il bel risultato che oggi vediamo in Libia e altrove».


Sembrerebbe che nei salotti che contano qualcuno si sia accorto che l'Italia è schiacciata e umiliata nei suoi interessi fondamentali dall'asse franco-tedesco che domina l'Ue. Il discorso sarebbe più vasto e più profondo. In realtà l'Italia oltre ad essere schiacciata negli interessi del suo estero-vicino vive un dramma ben più profondo, (1) strangolata da asimmetrie fiscali in regime di piena libertà di circolazione di capitali subisce il dunping dei paesi del nord Europa (segnatamente Belgio, Lussemburgo, Olanda e Irlanda) che è un vero e proprio scippo, (2) il dunping industriale dei paesi dell'Est e (3) la garrota di regole di presunta disciplina di bilancio completamente sbilanciate sul bilancio dello stato e completamente assenti sul saldo delle partite correnti che creano un paradosso per il quale paesi debitori per cifre stratosferiche verso l'estero risultano virtuosi perchè hanno basso l'insignificante, o quasi, debito pubblico. Ora certo, la borghesia italiana in questo panorama sconcertante si risveglia e chiede una politica estera attenta all'interesse nazionale accorgendosi delle mire franco-tedesche sul nostro estero-vicino (Balcani e sponda Sud del Mediterraneo). Alla buon'ora!


Forse è finita la falsa illusione nella quale si sono cullati per trenta anni, quella non detta ma tanto accarezzata. I nordeuropei non hanno mai puntato a creare quella borghesia europea di cui i nostri altoborghesi credevano di far parte. Volevano solo creare un nucleo centrale di paesi forti e un circolo esterno di stati vassalli abitati da masse sterminate di impoveriti. Galli della Loggia non lo dice chiaro, ma è evidente che ha capito e gli pare che l'aggressività in politica estera dei nostri "fratelli europei" sia per lui la prova provata della loro volontà egemonica. E ora, il Galli chiede nientepopodimeno che un unione mediterranea tra Italia, Grecia e Spagna. Velleità temo, forse ci seguirebbero i greci ma gli spagnoli sono totalmente colonizzati e sottomessi. Molto più interessante invece è l'invocazione di un partenariato strategico nel Mediterraneo con i britannici in uscita dall'UE. Una mossa spregiudicata che chiarisce la gravità della situazione. Ma l'unica mossa sensata.


Cose dette e ridette su queste pagine dal sottoscritto, per il poco che vale. Ben svegliati.


Discorso a parte meriterebbe la Francia che crede di essere partner paritetico con la Germania e i suoi satelliti. Grave errore culturale, i norreni non riconoscono loro pari al di fuori di se stessi, la storia lo insegna. I dati economici inoltre fanno capire chiaramente che la Francia dipende dal flusso di capitali proveniente dai paesi del Nord per finanziare il saldo delle partite correnti in cronico passivo. Per ora i norreni lasciano fare visto il temibile arsenale francese ma se notate da Berlino non fanno altro che lanciare appelli per l'esercito europeo (la baronessa von der Leyen lancia alti lai un giorno sì e l'altro pure). Se i francesi ci cascano, appena i prussiani mettono mano sulle bombe nucleari se li cucinano a puntino e fanno la fine dell'Italia.


Comunque sia, in Italia qualcosa si muove nelle stanze che contano.

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