I silenzi imbarazzanti di Enrico Letta sull'elusione fiscale dell'Olanda contro l'Italia


di Giuseppe Masala

Emblematica intervista di Enrico Letta a La Repubblica dove spiega che per ripartire bisognerà riprendere la "caccia all'evasore". Certo, bisogna stanare tutti quei malfattori dei baristi che ogni tanto non battono uno scontrino per sopravvivenza, uguale i ristoratori e uguale i piccoli artigiani. Sono loro i responsabili della crisi italiana e dell'accumulo del debito pubblico (posto che il debito pubblico sia sempre un problema, e non lo è, tranne che se ti fai imprigionare in trattati capestro): bisogna stanarli e porli alla gogna al pubblico ludibrio.


Peccato che Letta non abbia invece chiaro che con questa crisi e con le regole stringenti di tipo sanitario che saranno imposte i malfattori moriranno come mosche e la Guardia di Finanza dovrebbe andare in ginocchio a chiedergli di aprire per garantire il gettito fiscale che garantivano prima di questa disgrazia che ci è cascata addosso.

Altrettanto emblematici i silenzi di Letta. Neanche una parola sull'elusione fiscale ovvero il metodo di evasione dei veri ricchi. E naturalmente nessuna parola sui 17 miliardi di gettito che l'Italia perde ogni anni a causa del dumping fiscale di Olanda, Lussemburgo e Irlanda. Con i suoi silenzi ha spiegato bene chi siano i suoi amici.

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