Nel panorama editoriale relativo alla saggistica inerente alle discipline internazionali di quest’anno merita certamente una menzione particolare Le guerre illegali della Nato (Fazi Editore) di Daniele Ganser.
Si tratta di un ampio saggio che illustra gli ultimi settanta anni di storia occidentale (e delle vittime dell’Occidente) da una prospettiva illuminante e non troppo conosciuta in Europa: quella che inquadra le guerre mosse dall’Occidente in tutto il mondo non come delle crociate per i valori universali che l’occidente dichiara di difendere ma come le guerre di una coalizione, ossia come guerre imperialiste che hanno come scopi il saccheggio delle risorse del paese aggredito e la riduzione del paese stesso a mero protettorato dell’Occidente e in particolare del suo paese leader, gli USA.
Naturalmente l’opera di Ganser non è una mera cronaca di quanto avvenuto a livello internazionale negli ultimi settanta anni. Ha, infatti, l’ambizione di costruire innanzitutto un quadro concettuale e contestuale che aiuti il lettore ad interpretare la lunga sequenza di guerre che conosciamo sia dal punto di vista del Diritto Internazionale (mi riferisco ai capitoli relativi alla fondazione dell’Onu, alla fondazione della Nato e della Corte Internazionale), sia dal punto di vista concreto del governo della pólis globale secondo le logiche della politica di potenza (mi riferisco al capitolo sull’Impero Americano).
La disamina di Ganser è a questo punto impietosa: l’Occidente, la Nato e l’Impero americano sono un’idra a tre teste che vive nella più completa illegalità dal punto di vista del diritto internazionale, che ipocritamente dichiarano di difendere e nella più nera menzogna. Una disamina questa dello studioso accademico svizzero che secondo i canoni occidentali è da considerare politicamente scorretta e con qualche sfumatura di complottismo ma che – fuori dalla capsula totalitaria nella quale le opinioni pubbliche occidentali sono imprigionate – è comunemente accettata. Già, si tratta di uno dei paradossi del libro: quello che in occidente è considerato indicibile e impensabile fuori dall’occidente è quasi un luogo comune, ampiamente accettato e noto. Questo è ciò che accade a partire dalla civilissima e vicinissima Svizzera, per finire in India, in Cina e in America Latina.
A proposito di eventi che stiamo vivendo, una menzione particolare merita il capitolo sulla crisi ucraina, che sta rischiando di stravolgere l’ordine internazionale e, soprattutto, di precipitare il mondo in un conflitto di vaste dimensioni. Ganser racconta la genesi della crisi ucraina partendo dal crollo dell’URSS, tenendo conto dei continui tentativi occidentali di attrarre questo paese nella sua orbita e staccandolo dal suo alveo naturale, che è quello della cultura slava alla quale appartiene da oltre un millennio. Questo è un peccato originale dell’Occidente. Ganser spiega le vicende che si susseguono dal 2014 (anno del golpe di EuroMaidan a Kiev), sfociate nel conflitto aperto tra Russia da una parte e Ucraina (e Nato) in corso dal Febbraio del 2022.
Se posso permettermi una piccola critica al saggio di Daniele Ganser, il mio rilievo attiene al fatto che nei primi capitoli di contestualizzazione, a mio avviso, manca un capitolo che illustri l’istituzione del World Trade Organization (WTO) e, quindi, la genesi della globalizzazione economica che abbiamo vissuto negli ultimi trenta anni e che sta alla base di tantissimi problemi economici occidentali, oltre che della rinascita della Cina Popolare.
Il lavoro di Daniele Ganser si contraddistingue, infine, per la sua poderosa bibliografia, che è anche una preziosa fonte di informazioni e che non può mancare né nella biblioteca di chi scrive di geopolitica e di politica estera né in quella dei semplici appassionati che vogliono capire l’origine degli eventi che stiamo vivendo.
Un libro che nel complesso può essere giudicato con due aggettivi: importante e imperdibile.
*Recensione pubblicata su Giubberosse.news