“E non è solo il successo che insegna, il successo è il maestro degli stolti, ma anche la strategia razionale.“
Quinto Fabio Massimo Verrucoso Il Temporeggiatore
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico
Credo che non sia azzardato sostenere l'idea che con il nuovo tour europeo di Zalensky (prima Roma, poi di filata Berlino, Parigi e Londra) si apra una nuova fase della guerra in corso in Europa. A Berlino l'ucraino ha ottenuto un nuovo “pacchetto di assistenza” da ben 2,7 miliardi di euro (il più grande concesso dalla Germania fino ad ora) e comprendente 20 BMP "Marder"; 30 Leopard 1 tank. 4 sistemi di difesa aerea IRIS-T-SLM, 200 droni da ricognizione UAV, 100 veicoli corazzati da combattimento per la fanteria, 100 veicoli di supporto logistico, 18 obici semoventi. Anche Macron non è stato da meno, parlando di aiuto “senza tabù” e promettendo l'addestramento di piloti ucraini ad usare gli aerei occidentali. Da segnalare sempre a proposito della Francia della possibile consegna di missili da crociera aria terra SCALP-EG (Système de croisière conventionnel autonome à longue portée), all'Ucraina.
La notizia degli SCALP è fino ad ora anticipata da alcuni giornali dell'est Europa, ucraini e russi. Ma è chiaro che se si iniziano ad addestrare piloti si vogliono consegnare anche aerei e che a quel punto è ovvio che daranno anche le armi per armarli. La Gran Bretagna a tale proposito si è già portata avanti con il lavoro consegnando all'Ucraina i suoi Storm Shadow, che sono l'equivalente britannico degli SCALP francesi e che anche nell'ultimo incontro tra Zalensky e Sunak è stato concordato un ulteriore nuovo pacchetto, contenente anche centinaia di droni d'attacco.
Ciò che in generale emerge da questa tornata di incontri di Zalensky con i leader europei è che l'Occidente è pronto a ricostruire l'esercito ucraino per la quarta volta nel caso in cui la ormai mille volte annunciata manovra d'attacco di Kiev si infrangesse sulle linee russe. Evidentemente la guerra deve andare avanti a tutti i costi.
C'è però un piano della guerra più nascosto, meno plateale, meno mediatico, ma che secondo me chiarisce le intenzioni di entrambe le parti in conflitto.
Trovo di particolare interesse la notizia che un Su-35, un Su-34 e due Mi-8 russi sono stati colpiti e abbattuti sopra la regione russa di Bryansk in un attacco ben pianificato con missili terra-aria e forse qualche genere di sistema di guerra elettronica. I piloti degli elicotteri ed un aereo sono morti. I Su-35 e i Su-34 sono tra i fiori all'occhiello dell'aviazione militare russa e il loro abbattimento non è assolutamente possibile con strumenti aerei convenzionali ucraini. E' chiaro ed evidente che sono stati abbattuti con qualcosa di molto più sofisticato e moderno, come qualche versione moderna dei sistemi Patriot americani o dei sistemi italo-francesi Samp-T. Sistemi antiaerei questi dei quali abbiamo la certezza che siano operativi in Ucraina perchè ce lo hanno raccontato le varie gazzette della Nato (1). Peraltro a proposito di questi potentissimi (e costosissimi, quasi un miliardo di euro cadauno) sistemi d'arma è davvero difficile credere che siano direttamente usati da personale ucraino addestrati in pochissimo tempo, quando in realtà sono strumenti che necessitano di personale ad altissima specializzazione e addestrati per anni. Molto più probabile che ad usarli siano personale italiano o francese senza mostrine e assoldati formalmente come mercenari.
Un altra notizia da leggere in controluce è la dichiarazione del Direttore della Nato Stoltenberg: "Se gli alleati della NATO, in particolare quelli di grandi dimensioni, inizieranno a fornire all'Ucraina garanzie di sicurezza su base bilaterale, saremo vicini ad (applicare) l'articolo 5". In altre parole Stoltenberg ha detto apertis verbis che la creazione di coalizioni di volenterosi (si è sempre parlato di Gran Bretagna, Polonia e dei suoi stretti alleati baltici) porterà ad essere molto vicini all'entrata in guerra di tutta la Nato.
Per rafforzare il concetto diretto al Cremlino, la Nato ha abbattuto nei cieli russi il Su-35 e il Su-34, come a dire, “possiamo annientare la vostra aeronautica e una volta ottenuto il dominio dei cieli possiamo giocare al tiro al bersaglio con il vostro esercito di terra, esattamente come abbiamo fatto in Iraq e in Jugoslavia, pertanto vi conviene ritirarvi e accettare il piano di pace Zelensky”. Ovviamente tutta la strategia della Nato si basa su un dogma fondamentale: la Russia non userà mai le armi nucleari. Che è poi, ciò che Biden dice da prima dell'inizio della guerra.
Dal mio punto di vista i russi hanno mangiato la foglia, e non avendo nessuna intenzione di accettare la sconfitta hanno congegnato un'altra strategia: quella del temporeggiare. Ecco, come si spiega la lentezza negli avanzamenti russi. Ciò che interessa alla Russia è non alzare il livello dello scontro. Evitare accuratamente qualsiasi azione che possa causare l'intervento della Nato e conseguentemente un allargamento del conflitto. E ciò è evidente dal fatto che i russi continuano a mandare avanti la fanteria leggera della Wagner e dei ceceni, tanto a Mosca sanno bene che uno sfondamento complessivo del fronte servirebbe solo ad allungare le linee di rifornimento e a rischiare un intervento della Nato, quindi meglio temporeggiare, demolire l'esercito ucraino comunque riarmato e aspettare che la crisi economica e monetaria occidentale faccia il suo corso. Potremmo dire che la strategia di Putin è quella del Temporeggiatore.
Certo, è una strategia pericolosa, perché più l'occidente sarà attanagliato da una crisi di vasta portata e più sarà tentato dall'entrare in guerra per sbaragliare la Russia e impossessarsi delle sue ricchezze. Qui sta il pericoloso azzardo del Cremlino. Di quello ancora più pericoloso degli sciagurati pazzi della Nato è meglio evitare accuratamente anche di parlare.
(1) La Stampa, Ucraina, ecco i Samp/T: cosa sono e perché possono garantire un salto di qualità nella guerra, 15 Maggio 2023.
(2) Nato, “Conversation between NATO Secretary General Jens Stoltenberg and the Founder and Chairman of the Alliance of Democracies Foundation Anders Fogh Rasmussen at the Copenhagen Democracy Summit”. 15 Maggio 2023
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