Cosa pensa Elly Schlein degli scioperi in Francia e Germania?

30 Marzo 2023 18:00 Paolo Desogus

Cosa pensa Elly Schlein degli scioperi e delle contestazioni che attraversano l'Europa per la difesa dei salari e della previdenza sociale? "Diamole il tempo", ho pensato qualche settimana fa, "è appena arrivata". È passato un mese dalla sua elezione a segretaria del PD, ma niente: Elly Schlein dei milioni di lavoratori e studenti scesi in piazza non pensa niente.

Nel primo post che ho scritto il giorno dopo l'elezione di Elly Schlein, ho sostenuto che ci sarebbe stato uno scarto con il passato, se la nuova segreteria si fosse posta l'obiettivo di reintrodurre il conflitto sociale. Quello che da tanto tempo infatti manca a sinistra non è solo il mitico programma, ma è soprattutto la costituzione di una forza reale e ancorata alle istanze sociali in grado di porsi dentro il rapporto di forza tra capitale e lavoro. Qualsiasi programma politico assume infatti sostanza reale solo se sa stare in questo rapporto di forza, se nasce dalle istanze concrete, altrimenti è perlopiù enunciazione di principio o propaganda a basso costo, un po' come l'inutile intervento alla Camera in cui Elly Schlein ha chiesto l'introduzione del salario minimo.

Credo che sia fondamentale per qualsiasi forza che intenda collocarsi a sinistra ritornare al conflitto sociale, esattamente come sta accadendo in Gran Bretagna, in Francia e in Germania: un conflitto organizzato, trasversale, cioè non frammentato per singole categorie.

Mi sbaglierò, ma temo che dal PD non vedremo nulla di tutto questo. Una forza liberal-liberista come il PD non diventa di sinistra dall'oggi al domani, tanto più se alla testa dimora una segretaria culturalmente inconsistente che parla per frasi fatti e che fonda la propria credibilità sulla propria personale biografia e sul suo aspetto.

Quello che comunque è interessante è che con le grandi contestazioni di Parigi, Londra e Berlino la neosegretaria Schlein rischia di apparire già vecchia, fuori dal tempo, provinciale, ovvero un rigurgito veltroniano e postideologico degli anni 2000.

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