Gaza e l’intolleranza verso le altre confessioni


di Paolo Desogus*

Oggi mi sono imbattuto per l’ennesima volta nell’affermazione secondo cui le critiche a Israele dovrebbero tener conto di quanto questo stato sia aperto alle diversità culturali e religiose, là dove invece i paesi arabi sono chiusi e intolleranti: “provate a prendere in giro Allah o il Corano e vedete quello che vi succede!”

Ora, non credo che ci sia bisogno di ritornare sul fanatismo religioso. Nella storia recente l’Europa è stata oggetto di numerosi attentati. È un fatto poi abbastanza noto che in alcuni paesi arabi siano diffuse le usanze e leggi contro le donne e il dissenso.

Quello che è inaccettabile è che l’espressione di questo fondamentalismo sia esteso a tutti i mussulmani e a tutti paesi del medio oriente e del nord Africa. In questa riduzione del mondo arabo a una serie di credenze e comportamenti arretrati si esprime tutto il persistente orientalismo occidentale, tutto il razzismo che non riesce a vedere come anche in quelle realtà ci siano esseri umani che vivono, lavorano, amano, odiano, maturano aspirazioni individuali e collettive.

L’opera di sterminio a Gaza e la recente carneficina in Libano sono possibili, sono largamente “accettati” dalle opinioni pubbliche europee e americane proprio perché in fondo gli arabi non sono considerati come noi, la loro vita non ha la stessa dignità della nostra. Vale meno. Anzi, in fondo “se la sono pure cercata”, “i palestinesi non avrebbero dovuto votare per Hamas”. Eppure è abbastanza noto che i primi finanziatori di Hamas sono stati proprio gli israeliani con l’intento di favorire la nascita di una forza antagonista ad Al Fatah di Arafat, partito laico che dagli anni Novanta è stato scientificamente fatto morire gonfiandolo di soldi e alimentando la corruzione dei suoi dirigenti fino a renderlo distaccato e avulso dalle necessità concrete dei palestinesi.

Si consideri poi un altro fattore. Quello palestinese era un popolo laico. La religione nelle sue forme più intolleranti è arrivata tardi, anche per via della disperazione e dello stato di estremo smarrimento dopo le occupazioni, le stragi, la violenza e il ripetuto tradimento degli accordi da parte di Israele.
Anche il Libano ha una sua storia laica. Ma quello che più va ricordato è come questo paese, come la Palestina, ha da sempre ospitato più religioni.

L’intolleranza verso le altre confessioni è un fatto tutto sommato recente. È un regalo degli illuminatissimi e razionalissimi occidentali.


*Post Facebook del 28 settembre 2024

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