Trump e la bolla di Bruxelles

03 Febbraio 2025 11:00 Paolo Desogus


di Paolo Desogus*


Fatemi capire, dal giorno dell'elezione di Trump sono ormai passati due mesi. Già dalla campagna elettorale si sapeva che in caso di vittoria (assai prevedibile come si evinceva dal posizionamento del grande capitale) avrebbe imposto dei dazi contro le importazioni dall'Europa. In tutto questo tempo però né da Bruxelles né dai singoli paesi mi pare siano state eleborate delle contromisure.

Qualsiasi stato serio dovrebbe sempre avere al proprio interno un dipartimento adibito esclusivamente all'elaborazione di contromisure sui diversi possibili scenari internazionali. Eppure niente. Non si sa nulla, sebbene non passi giorno senza che Trump si lamenti di noi "cattivi europei".

Relativamente ai singoli stati la strategia sembra quella di agire in ordine sparso. Ogni paese sta cercando di guadagnare una posizione di privilegio per avere qualche sconto sui dazi. La stessa Meloni pare che non abbia altra strategia. Mi chiedo però cosa pensa di ottenere: gli scambi commerciali dell'Italia con gli Usa registrano un netto vantaggio a nostro favore. È ovvio che Trump dovrà cercare di ribilanciare questo squilibrio, così come è ovvio che qualsiasi aggiustamento finirà necessariamente per penalizzarci.

Cosa diavolo si aspetta allora Giorgia Meloni? Oltre a tante pacche sulle spalle e a qualche imbucata ai party americani, cosa crede di ottenere? La sorella Arianna afferma che FdI è il "partito della nazione" (formula già usata dal Pd con scarso successo), ma di quale nazione parla? Quella reale o quella immaginaria?

Quello che più faccio fatica ad accettare di questi tempi sciocchi è l'assenza della politica. Di fatto Giorgia Meloni è solo una penosa propagandista, una mediocre questuante. Non ha politica. Non ha pensiero. Non ha uno straccio di idea. Straparla di nazione ma mai l'Italia è stata così subalterna agli interessi di un paese straniero.

*Post Facebook del 2 gennaio 2025

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