"L’UE sempre più inutile". Se lo dice anche Wolfgang Münchau (FT)

La campagna vaccinale europea procede a passo di lumaca: al 22 gennaio, la UE aveva vaccinato solo l’1,89 per cento della sua popolazione, a fronte del 9,32 per cento della popolazione nel Regno Unito. Alla faccia di quelli che dicevano che con la Brexit il paese sarebbe rimasto a corto di aspirine.
Il motivo è che le dosi (di tutti i fornitori) in Europa stanno arrivando molto più a rilento del previsto – e di quanto non stia avvenendo nei paesi extra-UE.
Pare, per esempio, che AstraZeneca abbia destinato a paesi extra-UE (probabilmente il Regno Unito) le dosi di vaccino che erano state prodotte in Europa (in Belgio, oltre che nel Regno Unito), grazie a un prefinanziamento della UE, per essere destinate agli Stati membri in base a precisi accordi contrattuali di consegne trimestrali. Ma si tratta di un’ipotesi, perché la verità è che la UE non sa «quali dosi sono state prodotte finora, e dove, da AstraZeneca e, se sono state consegnate, a chi». A dir poco imbarazzante.
Le ragioni di ciò le spiega il giornalista Wolfgang Münchau sul blog di Eurointelligence. Seconda la sua ricostruzione, la riduzione delle forniture di vaccini alla UE deriverebbe dal fatto che la Commissione avrebbe fatto leva sulla quantità – giacché stava negoziando per tutta la UE e dunque per un quantitativo imponente di dosi – per ottenere un prezzo più basso di altri paesi.
Bè, che c’è di male?, direte voi. Niente, se non fosse che adesso le case farmaceutiche pare che stiano dando priorità a quei paesi che hanno fatto ordinativi minori ma a prezzo più alto.
Insomma, se fosse così, staremmo di fronte all’ennesimo, colossale fallimento della UE, dice Münchau, che nota come a fronte di un risparmio «macroeconomicamente irrilevante» – ci pare superfluo ribadire in questa sede che la BCE sta creando centinaia di miliardi di euro al mese dal nulla – rischiamo non solo di andare incontro a chissà quante morti evitabili, ma anche di dover prolungare i lockdown e quindi di pagare un prezzo, anche economico, molto più alto. Insomma, la UE ha fatto anche con i vaccini quello che gli viene meglio: austerità. E anche in questo caso le conseguenze rischiano di essere drammatiche.
Va da sé che chi scrive non ritiene certo che la soluzione consista nel dare più soldi alle case farmaceutiche private. La follia sta a monte, cioè nell’affidare la salute dei cittadini a multinazionali che hanno come unico faro il profitto. Da questo, in fondo, nasce lo scetticismo di molti cittadini nei confronti dei vaccini. Gli Stati dovrebbero avere un'industria farmaceutica pubblica, punto. E se non ce l'hanno, si espropri quella delle multinazionali.
Ciò detto, non si può non sorridere nel pensare a tutti quelli che da anni ci ripetono che «abbiamo bisogno della UE per trattare ad armi pari con le multinazionali, dove volete che vadano i singoli staterelli da soli?» – penso ai lacchè del PD che fino a ieri si vantavano di aver affidato tutta la partita dei vaccini alla Commissione europea – per poi scoprire che proprio la UE se la sta facendo mettere in quel posto dalle multinazionali del farmaco e da tutti i singoli “staterelli” che hanno trattato con queste per conto proprio.
Come conclude Münchau, la UE ha appena dato ai singoli Stati un motivo in più per andarsene il prima possibile.

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