"Le regole del mercato" valgono solo per Wall Street

La vicenda GameStop sta assumendo dei contorni sempre più distopici, a metà strada tra Orwell e Gibson.
In pratica tutte le principali piattaforme di trading online (incluse quelle nate come "rivoluzioni del trading dal basso" come Robinhood) hanno bloccato l'acquisto delle azioni di GameStop e di altre aziende ai piccoli investitori, a cui adesso è consentita solo la vendita delle stesse, riservandone l'acquisto solo ai grandi investitori istituzionali di Wall Street, permettendo così a queste di arginare le perdite multimiliardarie (si parla di perdite complessive per circa 70 MILIARDI DI DOLLARI) inflittegli dall'esercito di piccoli investitori che gli ha dichiarato guerra.
Peggio ancora: si sono verificati episodi di utenti a cui Robinhood ha venduto le azioni di GameStop a loro insaputa per «mitigare il rischio» per i loro portafogli. Nel frattempo Facebook ha bloccato molti gruppi di discussione legati all'operazione GameStop. Il tutto ovviamente alimentato da una grancassa mediatica sull'inaccettabile "manipolazione del mercato" da parte dei piccoli investitori.
Difficile immaginare una rappresentazione più plastica di come le regole del gioco capitalistico siano palesemente truccate: finché sono le grandi banche e i grandi fondi d'investimento a speculare sul destino di milioni di persone e ad attaccare interi paesi «sono le regole del mercato, bellezza», ma se un gruppo di comuni cittadini decide di utilizzare le regole del gioco contro i padroni della finanza, ecco che si grida allo scandalo e che la natura ferocemente dittatoriale del regime capitalistico in cui viviamo mostra la sua vera faccia. Un regime in cui bastano un paio di chiamate per "tagliare fuori dal sistema" chi ha osato mettersi contro.
Quando la smetteremo di farci prendere per il culo?

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