A spianare la strada a Draghi è stato Conte, non Renzi

Leggo in giro molte analisi nella bolla degli “eurocritici di sinistra” che compatiscono le sorti del povero Conte, tradito dal malvagio Renzi che sarebbe reo di aver spalancato le porte al cattivissimo Draghi. Francamente mi pare un’analisi ridicola.
A livello di idraulica parlamentare potrà anche essere così, ma la verità è che se oggi Draghi – letteralmente l’incarnazione vivente del vincolo esterno – può presentarsi come il salvatore della patria che può garantire l’arrivo e il “buon uso” dei fantastiliardi dell’Europa, è precisamente perché Conte in primis ha avallato fin dall’inizio la logica del vincolo esterno, presentando il Recovery Fund come un generoso regalo di mamma Europa che lo scolaretto Italia avrebbe dovuto fare di tutto per meritarsi e “spendere bene”, e anzi senza i quali saremmo stati perduti. Insomma, Conte – sospinto da Cinque Stelle e PD – non ha fatto che alimentare l’idea dell’Italia come nazione minus habens incapace di gestire se stessa e perennemente bisognosa dell’aiuto (e a volte della “rieducazione”) di qualche “provvidenziale” attore esterno, per definizione più civilizzato e capace di noi.
Questa è precisamente la narrazione che ha prodotto una classe dirigente completamente subalterna all’Europa e strutturalmente incapace di difendere gli interessi del paese, e che ci ha ridotti in quello “stato di minorità” che è proprio di chi sente la necessità di affidare ad altri le decisioni circa le proprie priorità e il proprio destino. Non sorprende che a farne le vittime, oltre ai comuni cittadini, siano spesso proprio i politici italiani, dediti da anni ad un’operazione di autodenigrazione di se stessi e del loro paese. Se per mesi hai ripetuto la cazzata secondo cui il Recovery Fund - nei fatti due spicci concessi a debito in cambio di condizionalità peggiori del MES - rappresenta "la più grande occasione nella storia del paese", c'è poco da sorprendersi che oggi il popolo acclami l'arrivo dei competenti per gestire questa "opportunità storica". Complimenti. Chi di vincolo esterno ferisce di vincolo esterno perisce.

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