In questi anni, siamo stati ricoperti di menzogne volte a giustificare le peggiori guerre.
Chi più di tutti ha svelato le nefandezze occultate dietro anni di conflitti perpetrati dall’Occidente, è Julian Assange che per questo rischia 175 anni di carcere da scontare negli Stati Uniti.
In questi giorni, in cui migliaia di studenti sono impegnati nell’esame di maturità, è un peccato constare il fatto che nelle scuole non siano fatti studiare i crimini commessi dalle nostre democrazie.
Sarebbe stato utile raccontare ai giovani delle violenze perpetrate dai soldati che esportavano la democrazia o insegnare loro, ad esempio, che la guerra in Libia non è stata agita per portare democrazia, ma per impedire che Gheddafi usasse le riserve auree per creare una moneta pan-africana alternativa al dollaro e al franco Cfa, imposto dalla Francia a quattordici ex colonie, così come svelato da WikiLeaks.
Di informazioni utili da condividere anche con la nuova generazione Z dei nati dalla fine degli anni ’90, ce ne sarebbero migliaia, ma oggi, si vuol far credere ai più giovani che per essere ribelli sia sufficiente farsi crescere le sopracciglia o non depilarsi le ascelle, perché di questo parlano le icone giovanili esaltate dal mainstream: una finta ribellione ignobile perché inoffensiva, in quanto puramente estetica, scevra di contenuti realmente rivoluzionari.
Coloro che invece hanno realmente dissentito, come Assange, sono stati punti e hanno caricato sulle proprie spalle le pene che gli stessi autori dei crimini denunciati avrebbero dovuto scontare.
In Italia, si corre in una direzione analoga. Chi si è ribellato a un sistema di bugie è finito nel tritacarne delle gogne mediatiche, come quella promossa dal Corriere della Sera, che si è prestato a pubblicare con titoli da accusa, nomi e foto di coloro che lottano per la verità sull’Ucraina.
Ma gran parte della popolazione non accetta più questa condizione di dispotismo.
La contro-informazione assume un valore sempre più preminente ed è importante rompere l’individualismo, facendo rete.
Rinnovo pertanto l’invito a condividere gli hashtag #AggiungetemiAllaLista o #AggiungeteciAllaLista, in solidarietà ai non allineati inseriti nella lista del Corriere e l’hashtag #FreeAssange in solidarietà a Julian Paul Assange.
Colgo infine l’occasione per ringraziare il Partito Comunista Italiano e il partito dei CARC per aver ufficialmente condiviso e rilanciato la campagna di solidarietà “Aggiungetemi alla lista”.
di Alessandro Orsini* Risposta, molto rispettosa, a Liliana Segre. Il dibattito sul genocidio a Gaza, reale o presunto che sia, non può prescindere dalle scienze sociali. Nel suo...
di Giuseppe Masala per l'AntiDiplomatico In più di una circostanza ho scritto che oltre agli USA a vivere una situazione estremamente complessa in materia di conti con l'estero (debito/credito...
di Clara Statello per l'AntiDiplomatico L’Unione Europea è stata sconfitta nella guerra in Ucraina. Lo ha detto domenica sera il premier ungherese Victor Orban parlando al canale...
di Clara Statello per l'AntiDiplomatico Esattamente una settimana fa, il premier ungherese Viktor Orban, di ritorno da un incontro con Donald Trump a Mar-a-Lago, annunciava che queste sarebbero...
Copyright L'Antidiplomatico 2015 all rights reserved
L'AntiDiplomatico è una testata registrata in data 08/09/2015 presso il Tribunale civile di Roma al n° 162/2015 del registro di stampa