Studio israelo-islandese: una cura "tutta naturale" riduce drasticamente mortalità Covid

di Marinella Correggia

Secondo lo studio condotto da un team di scienziati israeliani e islandesi, un estratto arricchito dell’alga spirulina presenta il potenziale di riduzione la gravità dei casi avanzati di Covid-19 (ed è quello che conta!). La spirulina platensis è un’antichissima alga azzurra (ricca di proprietà benefiche e di micronutrienti) e per questo la ricerca è stata pubblicata dalla rivista Marine Biotechnology. In sintesi: un estratto di spirulina è efficace al 70% nell’inibire l’eccessivo rilascio della citochina Tnf-a. Abbiamo imparato gli effetti nefasti della tempesta citochinica, una delle principali cause di morte (per stress respiratorio e danni ad altri organi). Lo studio israelo-islandese, viene specificato al fondo, è stato sostenuto finanziariamente dallo European Institute of Innovation and Technology (Eit), dell’Unione europea, nell’ambito di Horizon2020, il Programma europeo per la ricerca e l’innovazione.

Nessun fondo invece per i tanti studi e sperimentazioni in corso in Africa, nell’ambito di ritrovati naturali per la prevenzione e la cura...
Malgrado molte molecole e trattamenti risultino tempo utili contro le forme gravi di Covid, Israele conta di aver vaccinato a tappeto tutta la popolazione prima delle elezioni del 23 marzo e decide di sperimentare anche all’interno dei confini un passaporto vaccinale senza il quale non sarai più nessuno.

Come se non esistessero varianti in continua evoluzione che fanno dire ad Angela Merkel: “dovremo vaccinarci per anni a causa delle varianti appunto, cure mirate per evitare i casi gravi di Covid-19.

Ma è un successo coram mundo, la vaccinazione israeliana? Israele come esempio? Va comunque detto che la campagna di Netanyahu (iniziata il 20 dicembre) si è inserita in una fase, Oms dixit di netta riduzione dei nuovi casi di coronavirus a livello mondiale.

Inoltre pochi giorni fa Gilad Atzmon, scrittore, musicista e commentatore politico nato in Israele e attivista antisionista, ha fatto due conti aritmetici sulla base dei dati ufficiali. Il 20 dicembre, alla vigilia della campagna vaccino anti-Covid, Israele registrava ufficialmente in tutto (quindi dall’inizio della crisi) 3.074 morti riferiti a Covid. In due mesi erano quasi raddoppiati, e questo malgrado il lockdown. Tanto, vero? Atzmon rivela un’altra stranezza: un numero crescente di pazienti in stato critico in giovane età. Compresi migliaia di casi fra i bambini di meno di due anni. Un dato che non ha riscontri negli altri paesi. Chissà.

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