Moderna aveva sviluppato il vaccino prima della diffusione a Wuhan?

26 Giugno 2021 11:18 Agata Iacono

Sta diventando "virale" una pubblicazione del The Daily Expose sui social, che evidenzia come tra fornitori di “Moderna” e l'”Istituto nazionale per le allergie e le malattie infettive” (NIAID) di Fauci si fosse stipulato un accordo per trasferire “i vaccini candidati contro il coronavirus a mRNA”, sviluppati e detenuti congiuntamente da NIAID e Moderna, all' “Università del North Carolina at Chapel Hill”, il 12 dicembre 2019.

Ma, fa notare il sito, solo il 31 dicembre 2019 l’Organizzazione mondiale della sanità (OMS) ha dichiarato di essere stata ufficialmente messa a conoscenza di un sospetto gruppo di casi di polmonite virale a Wuhan, in Cina.
Questi casi, però, non vennero attribuiti immediatamente a un nuovo coronavirus, ma ad una polmonite di "causa ancora sconosciuta".
Solo il 9 gennaio 2020, infatti, l’OMS ha dichiarato che le autorità cinesi avevano stabilito che l’epidemia fosse dovuta a un nuovo coronavirus che in seguito divenne noto come SARS-CoV-2 , solo successivamente denominato COVID-19.
Secondo l'articolo, che pubblica il documento del trasferimento dello studio di vaccini mRNA contro il coronavirus, non è chiaro perché un vaccino basato sulla l’mRNA del coronavirus sviluppato da Moderna, sia stato trasferito all’Università della Carolina del Nord già il 12 dicembre 2019.

"E’ lecito chiedersi cosa sapesse Moderna che noi non sapevamo? Non c’erano casi di Coronavirus che rappresentavano una minaccia per l’umanità che giustificasse un vaccino nel 2019. Come è mai possibile allora che il gruppo di studio anticipasse eventi che ancora non si verificavano?"
Conclude l'articolo. Con una domanda.

Il 7 gennaio 2021 la Commissione Tecnico Scientifica di AIFA, dopo Ema, ha dato il parere positivo al vaccino Moderna e ha stabilito il regime di fornitura per l’immissione in commercio.
Il secondo vaccino autorizzato dopo Pfizer BioNTech, a tecnologia mRNA: AIFA sottolinea pochissime differenze tra i due vaccini, tra cui la più rilevante sembra consistere nella differente metodologia di conservazione.

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