Il mondo dell'iGaming sta per essere sconvolto

Il mondo dell’iGaming rischia seriamente di essere travolto quando il legislatore interviene per alzare il livello di tassazione o modificare le norme relative alle concessioni. Ed è proprio quello di cui si parla da mesi in Italia, anche negli ultimi giorni. Secondo i rumors la politica potrebbe intervenire presto per fissare a quota 7 milioni di euro il costo per ogni concessione per gli operatori del settore del gioco online e ad ogni provider potrebbe essere consentito di sfruttare fino ad un massimo di 5 licenze. Inoltre, ad ogni licenziatario potrebbe essere data la possibilità di attivare fino a 3 “skin”. Di questo si è molto discusso dopo un articolo del Sole 24 Ore, secondo cui l’ADM (l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli, l’ente pubblico che nel nostro Paese ha il compito di vigilare sul comparto del gioco a distanza) autorizzerà i Punti Vendita Ricariche (detti PVR) nella rete del gioco pubblico.

La proposta governativa di cui si è parlato nei giorni scorsi era contenuta in una bozza di decreto legislativo sul riordino del gioco online, un riordino previsto nella Legge Delega per la Riforma Fiscale. Il tema della regolamentazione del comparto dell’iGaming viene spesso citato come opportunità per l’esecutivo di fare cassa.

Giochi online per guadagnare soldi veri: grandi aziende

Le aziende coinvolte nel comparto del gioco online sono indubbiamente numerose e con fatturati miliardari. Scorrendo i nomi su un sito di comparazione come ad esempio il sito di comparazione di casinò soldiveri.com ci si accorge subito di come nel mercato siano attivi brand celebri di aziende ben strutturate. Tornando alla questione del “fare cassa” anche le ultime voci su un possibile intervento legislativo sarebbero frutto dell’intenzione del Ministero dell’Economia guidato da Giorgetti di trovare risorse nuove dal settore dei giochi da sfruttare per i più diversi ambiti della spesa pubblica.

Intervenire però non è semplice. Un problema attuale è che il sistema di concessioni al momento in vigore in Italia non aprirebbe alla possibilità per gli operatori di potersi fare pubblicità, e questo rende concreto il rischio per tanti provider di scommesse e casinò online di una fuga verso l’estero (soprattutto verso Malta, Gibilterra, Curacao). Dare la possibilità di farsi pubblicità è sempre stata una delle opzioni più efficaci per provare a convincere gli operatori a partecipare ai bandi di gara.

Lotta alle scommesse illegali

Ma nei piani del governo Meloni, spesso criticato per l’operato nel primo anno di attività, ci sarebbe secondo quanto emerso finora anche una forte azione di contrasto alle scommesse illegali. L’obiettivo naturalmente sarebbe quello di mettere un argine al ricco business della criminalità. L’antidoto sarebbe basato su un mix di intelligenza artificiale e blocco di transazioni finanziarie. Secondo una stima, se le istituzioni riuscissero nel loro intento fermerebbero un affare da ben 18,5 miliardi di euro. Un passo in avanti per riuscire a individuare siti illegali e rendere l’intero processo di blocco più efficace.

Nel dettaglio, nel testo del decreto si parla per la prima volta di “misure informatiche, anche implicanti il ricorso a soluzioni di intelligenza artificiale” per l’individuazione dei siti web non legali. I tecnici informatici specializzati hanno spiegato che verrà realizzato un sistema di controllo che si metterà a caccia dei domini web non autorizzati oscurandoli poi in automatico. L’altro strumento per stoppare la crescita del business illegale è prettamente finanziario. Il piano prevede regolamento “di concerto” con la Banca d’Italia con le modalità per “impedire ai prestatori di servizi di pagamento la gestione di operazioni di raccolta e di versamento di somme, relative ad operazioni di gioco, a favore o per conto di soggetti privi di concessione”. Staremo a vedere.

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