I 3 minuti in cui oggi di fatto Giuseppe Conte ha aperto formalmente alla nascita del Governo Draghi e l'ingresso "politico" del Movimento 5 Stelle sembrano dire tutto e nulla.
Un'interpretazione plausibile potrebbe essere quella di voler cavalcare l'onda della sua popolarità acquisita, prima di cadere nell'oblio, ma il "patrimonio" di un'alleanza tra 5 stelle, PD e Leu potrebbe essere importante per lui come figura politica più che per i tre soggetti singolarmente presi soprattutto se saranno chiamati a votare le misure dell'ex presidente della Bce.
Sull'altare della santificazione mediatica di Draghi, è cambiata la narrazione, ma non dimentichiamo che fino alle dimissioni di Conte lo spauracchio per reperire costruttori e responsabili è stato "altrimenti arriva la destra".
E la destra è arrivata nelle vesti del vero volto dell'europeismo, che potrebbe avere il benestare oltre che di Forza Italia di Berlusconi anche dell'ex spauracchio Salvini.
Quando tutto questo sarà finito e quando, prima o poi a meno di totale annullamento del gioco diplomatico, si tornerà al voto, che cosa penserà l'elettorato di Conte e delle prossime scelte del Movimento 5 Stelle?
Saranno in grado di giustificare questa grande ammucchiata per il "bene del Paese", salvo farla cadere quando diventerà insostenibile per il bene percepito, quello vero, del cittadino medio.
Sfumata la sua velleità di fondare un suo partito con il formarsi del Governo Draghi, per Conte potrebbe scattare il piano B: iscriversi al Movimento 5 Stelle e aspirare a capitalizzare il suo patrimonio personale quale capo politico e guida del Movimento 5 Stelle.
Leadership che potrebbe dialogare con la sinistra parlamentare per una futura coalizione elettorale.
E nel frattempo, il 5 stelle si confronta su due differenti scenari futuri.
1 Il primo, quello di cercare di recuperare il consenso elettorale perso con una dura opposizione, dimostrandosi sordo alle lusinghe del potere, finalmente libero di parlare con chiarezza alla propria base, riprendendo il rapporto con gli attivisti, raccogliendo e facendo sue le istanze della società civile, dei licenziati, dei piccoli imprenditori, dei disoccupati che rischiano di perdere il reddito di cittadinanza, degli esercenti senza ristori e vessati dall'usura.
2. Il secondo scenario è quello di lasciare l'opposizione democratica in mano alla Meloni e entrare nella compagine di governo (che potrebbe essere misto tecnico politico), sedendosi al tavolo con Berlusconi, Renzi, Zingaretti, Bonino e forse Salvini per consegnare allegramente l'Italia alla Troika.
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