Sui vaccini è in corso una vera e propria guerra. Anche la retorica è chiara e lo conferma: “L’operazione di colonizzazione dell’Europa è studiata nei particolari, ed è cominciata consegnando lo Sputnik al piccolo stato di San Marino”.
Un’operazione davvero sporca visto che ogni tentennamento su questo versate costa vite umane. Il vaccino viene presentato come l’unica soluzione alla pandemia. Quindi ogni Stato ha l’obbligo di immunizzare quanto prima i propri cittadini. Non importa che i sieri siano prodotti in Russia, Cina o Cuba. Invece assistiamo attonito a una vera e propria NATO dei vaccini. Una sconario evocato apertamente sull’Huffington Post in un articolo risalente a un paio di giorni fa: «L’Europa ha scelto: sui vaccini non c’è Russia o Cina che tenga, la partnership è con gli Stati Uniti. Ne hanno parlato Ursula von der Leyen e Biden in un colloquio venerdì scorso, che ha preparato il terreno per la videoconferenza di oggi tra il commissario Thierry Breton, capo della task force europea che sta tentando di rimediare al caos della campagna vaccinale, e la sua controparte a Washington, Jeffrey Zients, coordinatore della task force Covid-19 alla Casa Bianca».
«Il problema dei vaccini sta nel produrli. E la soluzione arriverà da Europa e Usa, da nessun’altra parte», dice Thierry Breton che poi aggiunge: «Abbiamo deciso di lavorare insieme, perché i nostri due continenti sono i soli del pianeta che ci permetteranno di uscire da questa situazione - insiste Breton - Abbiamo in Europa la più grande infrastruttura per la produzione di vaccini, insieme agli Usa. E lo sappiamo: il problema è permettere alle nostre fabbriche, tanto negli Usa quanto in Europa, di aumentare la capacità di produzione. La buona notizia è che effettivamente ci stiamo arrivando».
Per contrastare l’arrivo dello Sputnik V in Italia alcuni propagandisti filo-occidentali in servizio permanente hanno avanzato dubbi circa il processo di produzione del siero russo sviluppato in Russia. Una motivazione però questa smontata dal professor Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche farmacologiche Mario Negri, in un’intervista al Corriere della Sera dove afferma: «Ne abbiamo bisogno. L’efficacia di Sputnik sfiora il 94% e la sicurezza la vediamo con l’alto numero di vaccinati in tutto il mondo. Va fatta l’analisi di conformità delle strutture produttive tenendo conto che gli ispettori non possono pretendere che un vaccino prodotto in Russia o in Cina sia creato da macchine con marchio Ce. Quando il prodotto sarà validato dall’Ema mi auguro che Aifa (l’Agenzia italiana per il farmaco) arrivi all’approvazione in pochi giorni».
Se pensate che le vette del ridicolo raggiunte dal giornale guidato dal direttore Molinari e di proprietà degli Agnelli siano state già raggiunte vi sbagliate di grosso.
I deliri di Repubblica oggi toccano un nuovo apice con un articolo a firma Foschini e Tonacci che per giustificare l’ingiustificabile e tirare la volata a nuovi profitti delle multinazionali Usa. “Con un’accelerazione che riesce a spiazzare contemporaneamente Regione Lombardia, Palazzo Chigi e Commissione Europea, facendo esultare la Lega sovranista e Forza Italia, la Camera di Commercio Italo-Russa (ente milanese privato) annuncia che l’Italia sarà il primo Paese europeo a produrre le dosi dello Sputnik V”, questo l’incipit del delirio di Repubblica all’annuncio della Camera di commercio italo-russa sull’annuncio della produzione in Italia del vaccino russo.
La martellante propaganda pro-imperialista lancia i soliti argomenti: la propaganda russa e la volontà di Mosca che sarebbe decisa a destabilizzare l’Unione Europea. Dobbiamo dire che i giornalisti di regime mancano di fantasia utilizzando sempre gli stessi triti e ritriti argomenti.
I media vicini alla NATO dei vaccini invece esultano ed esaltano le fantomatiche alleanza pianificate dagli USA per vincere quella che definiscono ‘guerra dei vaccini’. In realtà si tratta di manovre per contenere Russia e Cina e al contempo assicurare alle multinazionali anglosassoni del farmaco lauti guadagni.
Insomma, poca scienza, nessun interesse per la salute pubblica o interesse nel fermare l’avanzata della pandemia: gli unici obiettivi che muove la cosiddetta NATO dei vaccini sono squisitamente geopolitici.
Così Antonio Pilati, ex commissario dell’Agcom: “C’è una dinamica interessante da considerare. All’inizio l’ideologia ufficiale prevedeva di affidarci all’Unione Europea, che avrebbe avuto più potere negoziale sul mercato dei vaccini. Si è rivelato un errore. Questo ha portato i vari paesi a ripiegarsi su logiche nazionali. Il punto vero è che ci sono vincoli geopolitici. Quali, ad esempio? Per noi sarebbe fondamentale prendere il vaccino Sputnik, però, se un governo come quello attuale vuole condurre – come mi sembra giusto – una politica che faccia sponda sull’America per contare di più in Europa, Sputnik non si può usare. Perché? Sia per ragioni economiche, perché una decisione del genere, per i quantitativi che implica, va ad incidere sul business delle aziende Usa, sia per evidenti ragioni geopolitiche”.
Un’informazione seria e degna di tal nome dovrebbe reagire sdegnata a un tale modus operandi. Così facendo si mette a rischio la salute pubblica e si intrappolano per persone in perenni e inutili lockdown. Si distruggono le economie. Ma la NATO dei vaccini nasce solo con l’obiettivo di contrastare Russia e Cina. I sieri russi e cinesi sono utilizzati in tantissimi paesi del mondo e mostrano chiari dati di efficacia e sicurezza. Perché questo ostinato boicottaggio? La risposta è evidente. Così come l’agire di cerca cattiva informazione.
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