"C'è una questione molto importante: dobbiamo capire che in molti campi probabilmente c'è bisogno di manodopera che viene dall'immigrazione. Dobbiamo renderci conto che i giovani italiani sono pochissimi, troppo pochi rispetto a quello di cui abbiamo bisogno. Dobbiamo concepire il nostro futuro in modo diverso, con maggiore capacità di accoglienza e determinazione”, queste le incredibili parole del segretario del Partito democratico, Enrico Letta, ospite del programma Porta a Porta.
Evidentemente il Partito Democratico - e le formazioni che lo hanno preceduto - non pago di aver devasto il mondo del lavoro in Italia a partire dal pacchetto Treu fino ad arrivare al jobs act, ha deciso di andare fino in fondo. Direttamente alla schiavitù. Ormai la deriva neoliberista di questa formazione politica ha portato il partito adesso guidato da Enrico Letta a destra dei Chicago Boys, gli economisti fautori e iniziatori del neoliberismo nel Cile fascista del generale Augusto Pinochet.
D’altronde con le sue politiche in materia economica il Partito Democratico non ha mai nascosto l’immensa ammirazione per le scellerate politiche implementate senza soluzione di continuità nel paese sudamericano dalla dittatura fascista di Pinochet fino ai giorni nostri. Non è un caso che le forze popolari, comunisti in testa, riscuotano sempre maggior successo in un sistema caratterizzato dalla cosiddetta ‘crescita impoverente’. Un paese come il Cile può vantare indici economici di tutto rispetto, con multinazionali e grandi aziende che ingrassano i loro bilanci, mentre i lavoratori divengono sempre più poveri, vessati, precari, flessibili, a basso costo e resi inoffensivi.
Il liberismo infatti possiede questa caratteristica intrinseca: arricchisce le élite mentre impoverisce le masse.
Dove conduce la proposta di Letta? Riporta indietro le lancette della storia nel Cile pinochettista. I lavoratori italiani sono già stati fortemente massacrati, precarizzati, resi inoffensivi, senza diritti e tutele. L’arrivo di nuova manodopera a basso costo, pronta a lavorare per quattro spiccioli sarebbe la mazzata finale.
Ancora una volta il Partito Democratico si caratterizza per essere il partito più insidioso per i lavoratori italiani. Infatti parte della popolazione - una quota sempre più piccola - continua a considerarlo partito di riferimento. Argine alle destre. L’erede di una certa sinistra che guardava al mondo del lavoro, mentre invece continua a portare avanti solo e sempre macelleria sociale.
Ma d’altronde si sa: gli schizzi di sangue stonano meno sul grembiule rosso.
A ennesima riprova della natura liberista e reazionaria di questa compagine reazionaria abbiamo il silenzio sull’ultima uscita improvvida dell’Unione Europea. Da Bruxelles hanno fatto sapere che l’Italia dovrebbe rimuovere il blocco dei licenziamenti perché crea disparità tra chi ha un contratto a tempo indeterminato e i lavoratori a tempo e precari. Un goffo e strumentale tentativo di contrapporre i cosiddetti ‘garantiti’ ai lavoratori precari e autonomi. Secondo i fanatici del neoliberismo dell’Unione Europea visto che ci sono lavoratori senza tutele, bisogna livellare tutti verso il basso. Il PD e Letta tacciono, quindi acconsentono. Non c’è da stupirsi.
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