"L'ho trovato disgustante" Adelmo Cervi sull'articolo di Gramellini contro l'Anpi

Pubblichiamo un post apparso oggi sui social di Adelmo Cervi che commenta l'attacco senza precedenti del Corriere della Sera contro l'Anpi e in seguito un'intervista che come l'AntiDiplomatico gli avevamo fatto a commento di un'altra "prodezza" di Gramellini

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In tanti mi avete chiesto cosa penso dell'articolo di Massimo Gramellini apparso sul Corriere della Sera alcuni giorni fa.

Io l'ho trovato disgustante e offensivo nei confronti dell'Associazione dei Partigiani Italiani.

Gramellini già nel passato è stato a dir poco irrispettoso nei confronti miei, e soprattutto di mio padre e della famiglia Cervi. In una puntata di una trasmissione televisiva da lui condotta, dedicata ai sette fratelli Cervi, a cui ero stato invitato, ma a cui all'ultimo momento mi è stato impedito di intervenire, ebbe la sfrontatezza di affermare che mio padre e i suoi sei fratelli non erano mai stati comunisti. Affermare ora che l'ANPI dovrebbe cambiare la denominazione e chiamarsi Associazione Nazionale Putiniani d'Italia è un affronto intollerabile e insopportabile. Esprimo tutta la mia solidarietà all'ANPI e a tutti gli amici e compagni iscritti.

A questo proposito vi invito a supportare e diffondere l'ANPI per far crescere la conoscenza della nostra associazione alle future generazioni.

Vostro Adelmo Cervi

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Di Francesco Fustaneo per L'AntiDiplomatico

30 aprile 2020



Giorno 25 Aprile alla Rai nel corso del programma condotto da Massimo Gramellini “Aspettando le Parole” con tema il 25 aprile dinnanzi all'ospite in collegamento esterno, Walter Veltroni, il primo affermava che i fratelli Cervi non fossero comunisti, senza che Veltroni con trascorsi politici nella F.g.c.i e da dirigente nel Partito Comunista si sentisse in dovere di smentirlo.


Da anni nel nostro Paese, parallelamente ad un processo revisionista, si assiste ad un tentativo mediatico di sminuire l'approccio comunista alla Resistenza e alla causa antifascista in genere, ma anche il suo contributo alla nascita e alla maturazione di quello che è attualmente la Repubblica Italiana.


Essendo venuto a mancare un contraddittorio televisivo in quello che appare quanto meno una forzatura (se non una falsificazione storica), ho contattato chi forse è tra i più titolati a potersi esprimere in merito: Adelmo Cervi, figlio di Verina ed Aldo Cervi terzogenito dei sette Fratelli Cervi, fucilati dai fascisti al poligono di tiro di Reggio Emilia il 28 dicembre del 1943. Adelmo all'epoca infante, aveva da poco compiuto 4 mesi.


Attualmente Adelmo si trova a Celle Ligure, ospite di un amico. Prima che scoppiasse l'emergenza sanitaria era impegnato nella presentazione del suo libro “Io che conosco il tuo cuore” scritto con Giovanni Zucca, un testo in cui si racconta la storia umana e politica del padre Aldo, partigiano con i suoi sei fratelli nella banda Cervi.
“Dovevo partecipare alla trasmissione in questione- mi riferisce- ma per motivi tecnici poi mi hanno comunicato che non c'era spazio.”

- Signor Cervi che cosa ha pensato quando ha visto in t.v. Gramellini affermare testualmente “che i fratelli Cervi non erano neanche comunisti”?



In relazione alle affermazioni in questione sono rimasto stupito, lo dico in tono non polemico: vorrei sottolineare però il fatto che se non tutti i Cervi erano comunisti mio padre lo era e i suoi fratelli lo appoggiavano pienamente. Aggiungo che mio padre era considerato il capo Politico dei fratelli Cervi.

Aldo Cervi era convintamente comunista e ha lottato per la libertà e la giustizia. La mia famiglia era una famiglia contadini, mezzadri sfruttati, una famiglia di cattolici.
Mio padre finisce in carcere nei primi anni '30 e finirà per incontrare tanti antifascisti, molti di ideologia comunista e finirà anche per lui per diventare un'antifascista comunista.

Ha partecipato nei gruppi clandestini del Partito Comunista di lotta alla liberazione e ha combattuto orgogliosamente con tutti i suoi fratelli contro il nazifascismo.
Spesso si dimentica che i comunisti sono quelli che hanno pagato il prezzo più importante nella resistenza.

Dire questo non significare sminuire il fatto che nella Resistenza contro il comune nemico fascista si unirono tante esperienze: comunisti, socialisti, democratici, ecc, I valori della Resistenza sono fondamentali e tutt'oggi sono da portare avanti. Divido il mondo in due categorie: gli sfruttati e gli sfruttatori. Chi condivide certe idee non può che essere dalla parte dei primi e le battaglie grandi o piccole che siano vanno portate avanti nel quotidiano.

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