Ignazio La Russa, la sua fedeltà alle guerre NATO ha pagato



di Marinella Correggia


Ignazio Benito Maria La Russa. Fra i suoi precedenti, è stato ministro della difesa nel governo Berlusconi IV dall'8 maggio 2008 al 16 novembre 2011.

In tempo per agire come ministro della guerra durante i sette, lunghi mesi della guerra Nato e italiana contro la Libia, iniziata il 19 marzo 2011, fino all'epilogo, il 20 ottobre, con il linciaggio e assassinio di Muammar Gheddafi, uno dei tanti crimini internazionali perpetrati all'epoca dalla Nato e dai suoi alleati a terra, i cosiddetti ribelli libici

Se all'inizio, il governo di centrodestra era incerto e contrario a un coinvolgimento, che veniva spinto dal presidente Napolitano, poi toccò a Ignazio convincere Berlusconi: "Mi chiese in disparte cosa sarebbe accaduto se non ci fossimo adeguati. Gli risposi che purtroppo ormai il nostro eventuale forfait sarebbe stato ininfluente sull'esito della missione. Gheddafi era spacciato. Rischiavamo solo di lasciare campo libero alla Francia di Sarkozy in Libia".

In seguito, La Russa si comportò da fedele soldato della Nato (sulla pelle degli altri).

Con il Parlamento tutto compattamente d'accordo, salvo il malessere della Lega che comunque non lasciò il governo. Come del resto non fece mai nessun altro partito o uomo politico in Italia, nelle numerose guerre di aggressione delle quali il tricolore si è macchiato a partire dall'Iraq nel 1991.

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