Acerra, Italia, inceneritore, una lotta che non si ferma

29 Agosto 2023 16:41 Francesco Guadagni

È dalla fine del 1998 che Acerra, provincia di Napoli, vive con l’incubo dell’inceneritore dei rifiuti. Prima gli annunci, le prime mobilitazioni cittadine che chiedevano invece la costruzione di un Polo Pediatrico e la bonifica per la presenza dannosa della Montefibre. Si arriva al 17 agosto 2004, Governo Berlusconi, con la mobilitazione di ogni tipo di forza dell’ordine presente mai vista su quel territorio, si avviano i lavori per la costruzione dell’inceneritore in località Pantano. A due passi dalla Montefibre, quasi a ricordare la mano benevola dello Stato che vuole preservare quella che una volta era la Campania Felix.

Il 29 agosto del 2004, Acerra intera si mobilita, 30.000 persone sotto un sole battente percorrendo decine di chilometri arrivano al cantiere dell’inceneritore, affronteranno la dura repressione poliziesca, con arresti, denunce e manganellate, dovranno subire le accuse della propaganda mediatica per aver protestato contro il “progresso”.

Oggi, a distanza di quasi 20 anni, la situazione ambientale ad Acerra e nel suo circondario non solo non è migliorata. Si costruiscono nuovi impianti inquinanti, le bonifiche dei terreni neanche a parlarne, e lo stesso inceneritore, addirittura, non sembra sufficiente. Le morti per patologie tumorali, soprattutto, non diminuiscono, colpendo qualsiasi fascia di età. Nei mesi scorsi, la Regione Campania per volontà del Governatore Vincenzo De Luca, ha dato il via libera per costruire una quarta linea di incenerimento. Per non smentire la sua fama di ultrà dell’incenerimento dei rifiuti

Prima delle vacanze estive i cittadini di Acerra hanno avviato subito la mobilitazione con presidii presso le sedi istituzionali, proprio come stamattina davanti al Comune, anche per ricordare quella lotta eroica, non per retorica, del 2004 e proseguirla anche con tutte le difficoltà presenti.

Gli acerrani lo hanno sempre ribadito: Non vogliamo diventare la discarica della Campania. E non avevano torto, perché il destino di Acerra è ormai questo. Non bastano i restauri in città, i concerti, gli eventi, promossi dalla casta politica locale, questa città muore ogni giorno per gli impianti e i rifiuti tossici.

Questa mattina, pur ribadendo la loro posizione sulla chiusura dell’inceneritore, hanno spiegato le ragioni della loro contrarietà alla quarta linea.

Questa quarta linea, spiegano, “è una ruota di scorta, quando le altre tre vengono poste in manutenzione, la quarta deve funzionare in sostituzione. Ma poiché tutte e tre le linee devono subire una totale ristrutturazione perché il ciclo produttivo ha un picco, la quarta serve sostanzialmente ad allungare la vita dell’inceneritore.”

Infatti, ricordano che “tra qualche anno, l’inceneritore, da un punto di vista squisitamente tecnico dovrebbe essere chiuso, almeno per una ristrutturazione generale. Avere una quarta linea significa dargli una nuova vita. Se oggi possiamo dire che l’inceneritore entro 4 o 5 anni potrebbe essere chiuso, con la quarta linea gli stiamo prospettando almeno altri 15 anni di vita. Questo è l’inganno.”

In merito alla raccolta differenziata, precisano un aspetto importante: “Se incrementare la raccolta differenziata rappresenta un aspetto positivo, c’è il discorso da affrontare per i rifiuti industriali che non viene mai affrontato: buona parte dei rifiuti industriali sono bruciati nell’inceneritore.”

Già prima della sua costruzione, si promisero attività di monitoraggio sulle emissioni dell’inceneritore. È rimasta una promessa da quanto raccontano da Acerra. Infatti, “Non ci sono attività di monitoraggio perché non c’è un sistema di monitoraggio o, meglio, non abbiamo la possibilità di verificare se ci sia un sistema di controllo dei fumi di blocco automatico, come avevo detto nel momento in cui le canne fumarie avessero emesso sostanze inquinanti. I dati che abbiamo provengono dalle centraline dell’ARPAC, ad Acerra sono tre. In un anno dovrebbero essere consentiti solo 35 giornate di sforamenti da Pm10, oggi già siamo vicini alla soglia. Ora, questi sforamenti sono causati dall’inceneritore? Da altri impianti? Dal traffico? Noi chiediamo che vengano fatte indagini sulle cause di questi sforamenti di polveri sottili. Una volta individuata la causa, si può mitigare il rischio”.

Un aspetto di grande rilevanza in questi territori è l’aumento delle patologie tumorali. A tal proposito, ricordano che “l’aumento di queste patologie neoplasiche è legato all’aria che respiriamo. Per questo bisogna fare approfondimenti.”

Finora, il provvedimento adottato sull’inquinamento ambientale dal Comune di Acerra è stato quello di istituire le targhe alterne per la circolazione delle auto nei week end estivi. Basta dire questo.

Le mobilitazioni ad Acerra proseguiranno, manca la Politica, chi aveva come cavallo di battaglia la lotta agli inceneritori è al momento assente, ogni riferimento è tristemente casuale.

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