Il 4 novembre è stato tradizionalmente la giornata della vittoria dell’Italia nella Prima guerra mondiale, ma da quest'anno una nuova legge, approvata a marzo la dichiara "Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate".
Sarà un'occasione per implementare il processo di militarizzazione delle scuole in modo sempre più invasivo.
È sfuggita, infatti , alle cosiddette opposizioni parlamentari, la legge n. 27 del 1 marzo 2024, pubblicata in Gazzetta Ufficiale, relativa alla "celebrazione" del 4 novembre di ogni anno quale "Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze armate".
Non sarà un giorno festivo, ma di intensa attività scolastica.
La giornata fu istituita per ricordare l’Armistizio di Villa Giusti del 1918, che sancì la vittoria dell’Italia nella Prima Guerra Mondiale e la conclusione del conflitto con l’Impero Austro-Ungarico.
Apprendiamo da Orizzonte Scuola che "La legge non solo celebra l’Unità nazionale, ma anche il ruolo fondamentale delle Forze armate nella difesa della Patria e nella sicurezza internazionale.
Cerimonie, eventi, incontri, conferenze storiche, mostre fotografiche e testimonianze: sono solo alcune delle iniziative che potranno essere organizzate da istituzioni nazionali, regionali e locali, nonché da istituti scolastici di ogni ordine e grado.
Per celebrare la Giornata dell’Unità nazionale e delle Forze Armate, si legge nel provvedimento, “le istituzioni nazionali, regionali e locali e gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nel rispetto dell’ autonomia scolastica, possono promuovere e organizzare cerimonie, eventi, incontri, conferenze storiche, mostre fotografiche e testimonianze sui temi dell’Unità nazionale, della difesa della Patria, nonché sul ruolo delle Forze armate nell’ordinamento della Repubblica, anche con riferimento alle specificità storiche e territoriali”.
Naturalmente, il tutto ben mascherato da missioni che garantiscono la pace nel mondo, narrazioni da soldato buono contro i cattivi, angeli del fango, atti da eroismo alla libro cuore...
Cosa cambia, quindi, in sintesi, rispetto agli anni scorsi, che hanno visto gradualmente perdere di importanza questa ricorrenza, che mio nonno, ragazzo del 99, attendeva con ansia ogni anno?
Mio nonno era siciliano e totalmente analfabeta, non capiva neppure l'italiano.
Fu ferito in trincea sul Piave, obbedendo ad ordini che non capiva, combattendo per la propria sopravvivenza in una guerra che non era la sua, in un "continente" che considerava straniero.
Però ogni anno, col vestito della festa, le medaglie al petto, viveva il suo momento di gloria nelle parate organizzate per i sopravvissuti.
Nel 1977, con le disposizioni per aumentare il numero di giorni lavorativi, il 4 novembre smise di essere giorno festivo e le celebrazioni furono spostate alla prima domenica di novembre.
La legge è rivolta alle scuole, affinché celebrino la “difesa della Patria” e il “ruolo delle Forze Armate”, e facciano conoscere alle/gli studenti le loro attività"
Questa la denuncia dell''Osservatorio contro la militarizzazione delle scuole e delle università". Questa, per chi volesse approfondire, è la legge n 27 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale
In un momento in cui il mondo sta esplodendo (scusate la citazione), davanti all'orrore delle armi, dei bombardamenti, del genocidio in atto, dello sterminio di intere popolazioni, come si può pensare di festeggiare le forze armate?
In piena frammentazione del tessuto socioeconomico attraverso l'autonomia differenziata, come si può celebrare l'unità nazionale?
Il 4 novembre è un momento di lutto, memoria e indignazione sia per i dieci milioni di morti della Prima guerra mondiale sia delle vittime di tutte le guerre.
Non può essere altro: una riflessione su quanto sia assurda, disumana, orrenda la guerra, su quanto siano vigliacche le armi.
Aderisce Cobas, in un comunicato che, dopo aver analizzato gli orrori della prima guerra mondiale, dichiara:
"Non intendiamo, a oltre cent’anni di distanza da quei tragici eventi, assecondare l’esaltazione acritica delle idee di patria e di dovere legate all’annientamento del nemico che conduce alla vittoria e alla gloria perpetua.
La guerra, qualsiasi guerra, non ammette vincitori, è solo morte e distruzione.
Nel contesto attuale, le celebrazioni del 4 novembre diventano l’occasione per esaltare non solo il passato bellicista, ma il presente sostegno alla guerra, proprio nel momento in cui si profila il terribile spettro di una guerra totale.
Il processo di militarizzazione è già molto avanzato nelle nostre scuole di ogni livello (con la presenza di militari in tanti progetti scolastici e con l’alternanza scuola-lavoro nelle caserme), nelle università (con la ricerca finanziata dall’industria bellica), nella società (con le mostre, le parate, gli spot televisivi, i mezzi militari impiegati in funzioni di polizia urbana…).
Si parla oggi perfino di ripristinare il servizio di leva, mai abolito, ma solo ‘sospeso’ nel 2004, anche per gradi attraverso il progetto della ‘mini naja’. Va quindi rilanciata fra le giovani generazioni l’obiezione di coscienza..."
Naturalmente non possono sottrarsi neppure i più piccini, piccoli balilla 4.0
"Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate (4 novembre): schede didattiche
Avevamo già parlato dell'alternanza scuola caserma, dell'ingresso nelle scuole di *insegnanti" delle forze dell'ordine e delle forze armate, addirittura di gite scolastiche per i più piccoli.
Docenti, genitori e studenti devono approfittare piuttosto di questa giornata, per fare fronte comune, per costruire una piattaforma condivisa che ribalti la narrazione sulla logica della guerra, condanni il genocidio, aiuti a intraprendere piccole ma significative forme di pacifico boicottaggio e disinvestimento negli stessi istituti scolastici, in omaggio all'articolo 11 della Costituzione italiana.
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